Stress, assenteismo, abbandono da parte dei migliori talenti, sono tutti sintomi di un problema che è presente all’interno di un’azienda. Tra i fattori che più spesso portano a questi risvolti negativi rientrano quelli legati alla mancanza da parte del lavoratore di equilibrio tra attività lavorativa e vita privata.
Il concetto di work life balance ha avuto origine in Gran Bretagna negli anni Settanta del secolo scorso e si basa proprio sull’importanza che lo stabilire il giusto rapporto tra queste due sfere dell’esistenza ha per il benessere di ogni lavoratore. Inoltre, questo concetto tiene conto delle differenze esistenti tra ogni individuo; differenze che non permettono di stabilire regole universali per il raggiungimento di questo equilibrio, influenzato da numerosi fattori, tra cui lo stile di vita, le preferenze individuali, il nucleo familiare, l’attività lavorativa, gli obiettivi, l’età e via dicendo.
Nonostante non si tratti un’idea di recente introduzione, è proprio in questi ultimi anni che ha conosciuto il suo massimo sviluppo e che ha attirato sempre più l’attenzione dei lavoratori e delle aziende.
A spingere sempre più sulla necessità di dare importanza all’equilibrio vita-lavoro sono stati sia fattori culturali, come la crescente attenzione al benessere in ambito lavorativo, sia situazioni contingenti, come i lockdown, i quali hanno permesso a tante persone di scoprire pregi e difetti dello smart working, compresa la difficoltà a dividere, in situazioni di questo tipo, la vita privata dalla vita lavorativa.
Indice
Perché il work balance è importante anche per le aziende
Comprendere l’importanza del bilanciamento lavoro-vita per i lavoratori non è certo difficile. Gestendo al meglio il proprio tempo, possono trascorrere più tempo in famiglia e con gli amici e dedicarsi alle proprie passioni, riducendo lo stress e i sintomi a esso correlati.
Meno evidente potrebbe essere, per un occhio poco attento, il vantaggio che ne ottengono le aziende. Questo deriva proprio dalla possibilità di poter contare su dipendenti più felici e soddisfatti, meno stressati e, di conseguenza, più produttivi. Inoltre, aiutando i dipendenti a trovare il giusto equilibrio vita-lavoro, le aziende riducono assenteismo e abbandoni.
Come mettere in atto una politica aziendale di work life balance
Sono tante le soluzioni che le imprese possono adottare per aiutare i propri lavoratori a trovare il giusto equilibrio tra vita privata e lavoro. In primo luogo, è possibile ricorrere ad accordi sullo smart-working e a orari flessibili, soluzioni utili per consentire a ogni dipendente di gestire nel modo più consono il proprio tempo e di alternare adeguatamente lavoro in presenza e attività svolta da casa. Molto utili anche i sistemi di welfare e i rimborsi su una serie di servizi, direttamente correlati all’attività lavorativa o strettamente legati all’ambito familiare.
Anche il ricorso a congedi parentali e sostegno ai genitori che non si limitino a seguire gli obblighi di legge, ma vadano a supportare le reali esigenze dei dipendenti, possono offrire un aiuto in più nel trovare un equilibrio adeguato tra vita privata e lavoro.
Tra le iniziative più interessanti in questo ambito possiamo ricordare quelle della multinazionale americana Procter & Gamble la quale offre ai papà e alle coppie omogenitoriali otto settimane di congedo parentale retribuito al 100% e, con l’iniziativa “moms@work”, aiuta il reinserimento post maternità delle donne e organizza workshop per i dipendenti con figli, ma anche con genitori anziani.
Per finire, un grande aiuto può essere fornito ricorrendo ad accordi con psicologi o altri professionisti attivi nel settore del benessere psicofisico, i quali possano aiutare i dipendenti a superare con successo i periodi di stress e a ritrovare il giusto equilibrio.