Vaccini, ritorno al passato: obbligatori per iscriversi a scuola?

Redazione 16/10/15
Le vaccinazioni pediatriche, insieme al progresso medico e scientifico, negli anni ci hanno permesso di sradicare ceppi di patologie che conducevano alla morte o a gravi conseguenze per la nostra salute, anche permanenti. In Italia le vaccinazioni devono essere fatte dal terzo mese di vita del bambino e generalmente le uniche conseguenze che ne derivano sono reazioni del tutto transitorie nella sede di inoculazione. Possono verificarsi casi di febbre o forte agitazione, come anche gonfiore o leggero rossore, ma rimangono tuttavia conseguenze lievi e temporanee.

La tendenza degli ultimi anni, però, ha portato molti genitori al rifiuto di effettuare le vaccinazioni obbligatorie, temendone i probabili effetti collaterali. I vaccini, infatti, sono stati spesso accusati di essere la vera causa dell’autismo, di cui in realtà non se ne conosce nemmeno la causa scientifica. Si rischia così di vanificare anni di prevenzione che mettono in pericolo non solo il singolo individuo, ma soprattutto la collettività a discapito della salute pubblica. E’ stato infatti registrato che nessun vaccino ha raggiunto nel 2014 almeno il 95% della copertura del territorio nazionale.

A tal proposito, nella riunione tenutasi a Roma dagli assessori alla Sanità delle Regioni, si è discusso di una nuova norma, che impedisca l’accesso alle scuole ai bambini privi delle vaccinazioni obbligatorie. Norma che costerà 200 milioni in più rispetto al precedente Piano vaccinale per l’inserimento di nuove vaccinazioni, come l’antivaricella, l’antirotavirus e il vaccino contro il meningococco B. La proposta del nuovo Piano vaccinale, verrà sottoposto il 20 Ottobre, dapprima all’attenzione dei governatori durante la Conferenza delle Regioni, e successivamente potrebbe essere approvato in sede di Conferenza Stato-Regioni.

Fino questo momento, già dal 2012, era previsto nel Piano vaccinale la richiesta obbligatoria da parte delle istituzioni scolastiche del libretto con le vaccinazioni già effettuate, ma ciò non ha mai pregiudicato l’accettazione e la frequentazione del bambino nell’ambito scolastico. Non tutti gli assessori alla Sanità delle Regioni, però, condividono appieno questa nuova norma, poiché come sostiene la capogruppo Pd nella commissione Affari Sociali, Donata Lenzi, pur rimanendo fondamentale la divulgazione di campagne di sensibilizzazione, il diritto all’istruzione rimane comunque sacro ed intoccabile. Bisognerà dunque attendere l’approvazione della norma con le relative sanzioni per capire quale sarà la sorte dei bambini non vaccinati.

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