Unioni Civili: le regole definitive. I Sindaci possono rifiutarsi di celebrarle?

Redazione 13/07/16
E’ stata trasmessa al Consiglio di Stato, la bozza del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per la regolamentazione transitoria delle unioni civili.

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Da come si apprende dal sito del Governo, venerdì 8 luglio il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, ha infatti inviato il testo al Consiglio per il parere definitivo.

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Sindaci e unioni civili: obbligati a celebrarle

Del suddetto decreto, il punto più controverso riguarda l’esplicito divieto fatto ai sindaci critici del provvedimento di esercitare l’obiezione di coscienza. Tale divieto, che negli ultimi mesi ha scatenato l’ira di alcune fasce politiche (in particolare della Lega Nord) e che ha portato persino alla proposizione di un emendamento, poi bocciato, è stato comunque ritenuto fondamentale e confermato nella bozza di decreto trasmessa al Consiglio di Stato venerdì.

Pertanto, l’unione civile verrà trascritta nei registri dello Stato civile, sempre se proposta da una coppia, e non potrà essere rifiutata per la semplice opposizione del sindaco del Comune.

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Bozza di decreto: cosa prevede?

Si viene a disciplinare la pratica del riconoscimento ufficiale dell’unione civile. Lo schema di decreto prevede che la costituzione di un’unione civile passi attraverso alcune semplici tappe fondamentali.

In primis, la coppia che vuole formare un’unione, che deve essere formata da 2 cittadini maggiorenni, deve richiedere formalmente la costituzione della stessa: i 2 interessati devono quindi dichiarare nome, cognome, data e luogo di nascita, la cittadinanza e il luogo di residenza.

A questo punto, l’ufficiale di Stato deve redigere il processo verbale della richiesta, che deve essere firmato da lui e dai componenti della coppia. Infine, la coppia deve comparire, a una data indicata dalle parti stesse, per rendere pubblicamente dichiarazione costitutiva dell’unione. Tale dichiarazione va fatta alla presenza di due testimoni.

Inoltre, la bozza di decreto stabilisce che, per quanto concerne la regolamentazione del cognome, le parti possono indicare quello che hanno stabilito di assumere per l’intera durata dell’unione. Il DPCM proposto fa anche riferimento all’eventualità di cambio di sesso di uno dei coniugi in caso questo sia avvenuto dopo il matrimonio di una coppia eterosessuale.

Viene così specificato che, in questo caso, i coniugi che non vogliono annullare il matrimonio devono rendere dichiarazione congiunta all’ufficiale dello stato civile.

Infine, lo schema di decreto regolamenta anche l’eventuale scioglimento dell’unione civile e la trascrizione dei matrimoni celebrati all’estero.

Per quanto riguarda l’istituzione del registro provvisorio delle unioni civili avverrà presso ciascun Comune entro 5 giorni dall’entrata in vigore del decreto. Si prevede che il DPCM sarà operativo da metà agosto, quando permetterà le prime iscrizioni al registro delle unioni civili.

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