Vi ricorderete, certamente, di “Unabomber“, l’autore seriale, mai identificato, di numerosi attentati che per 13 anni (dal 1994 al 2006) ha terrorizzato la zona compresa tra il Friuli e il Veneto, piazzando ordigni esplosivi in luoghi pubblici o aperti al pubblico, senza alcun apparente motivo.
Ebbene, il suo caso, uno dei tanti intricati x-files rimasti irrisolti, torna oggi a far discutere, a seguito della recente sentenza della Cassazione sulla possibile “casualità” della parziale alterazione di un congegno non esploso, considerata finora una volontaria manomissione dell’allora esperto balistico della polizia, Ezio Zorner, condannato a due anni di reclusione per violazione di custodia, falso ideologico e frode processuale.
La Suprema Corte, quinta sezione penale, rileva nella pronuncia di annullamento con rinvio della condanna di Zorner, sentenza n. 20720/2012 , che “un profilo di travisamento della prova sussiste“, poiché mancano certezza ed omogeneità tra i periti e gli esperti tecnici “nell’affermare che l’asportazione della protrusione sia stata procurata utilizzando le forbici in sequestro” di Elvo Zornitta, indiziato principale degli attentati del bombarolo, in seguito del tutto scagionato.
Ad avviso della Corte, il giudice dell’appello nel confermare la condanna in primo grazo di Zorner, “non dà adeguatamente conto del motivo per il quale la eliminazione dell’escrescenza non possa essere conseguenza di un evento casuale“, e piuttosto derubrica ad elementi di “scarsa importanza” le elaborazioni e le conclusioni degli esperti in materia, mancando, in tal modo, al proprio obbligo motivazionale.
Piuttosto, secondo una ricostruzione alternativa, l’eliminazione di una microtraccia del taglierino, rinvenuto sull’ordigno inesploso, potrebbe essere del tutto casuale e non dolosa, sebbene avvenuta nel laboratorio dove Zorner effettuava l’esame balistico.
Fatto sta che sulla manomissione delle prove non vi è chiarezza e se il giudice del rinvio dovesse confermare nuovamente la tesi del dolo, Ezio Zorner rimarrebbe l’unico autore possibile del depistaggio ai danni dell’ingegner Zornitta, al quale dovrebbe, quindi, un ingente risarcimento per danni personali e patrimoniali.
Ad oggi, comunque, l’ennesimo giallo italiano si somma a tanti altri casi simili, e sembra non avere, anch’esso, alcuna prospettiva di soluzione.
Unabomber, come sottolinea la Cassazione, rimane, infatti, “un personaggio mai identificato“, quasi leggendario.. di certo non “un cavaliere del lavoro“, citando ancora De Andrè.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento