“Napolitano invece è rimasto al suo posto e ha nominato i dieci saggi”: questo il parallelo tra Vaticano e Quirinale lanciato dal vicedirettore del Fatto Quotidiano, che accusa la politica italiana di essere tornata a un linguaggio da Prima Repubblica.
“Come nel Congresso di Vienna del 1815: solo che qui la Restaurazione è arrivata e la Rivoluzione non si è vista per niente, del resto Montanelli diceva che siamo il Paese che ha conosciuto la Controriforma senza avere la riforma”.
Su Beppe Grillo, invece, Travaglio nota che per una volta il comico ha “sbagliato battuta: li ha chiamati le badanti della democrazia, ma le badanti servirebbero a loro tanto sono vecchi”. Il giornalista commenta sarcastico: “Ci sono ottime speranze che questi saggi arrivino vivi al 18 aprile, quando si inizierà a votare per il Presidente della Repubblica”.
E poi passa in rassegna l’elenco dei saggi in rigoroso ordine alfabetico, con messa in rilievo di eventuali procedimenti penali e improvvidi sostegni al sistema politico nazionale.
Da sottolineare, l’episodio che vide Fiorani, ex ad della Banca popolare di Lodi, consegnare al saggio Giorgetti una mazzetta “direttamente a Montecitorio: 100mila euro in carta da giornale dentro la Camera. Giorgetti la sera l’ha chiamato e gli ha detto ‘non me la sento’. E’ un super saggio”, chiosa Travaglio.
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