Una di queste è sicuramente legata al tema delle espropriazioni dei terreni di alcuni privati – circa 7 ettari – , inglobati all’interno delle aree di cantiere del sito considerato di interesse strategico per la realizzazione dell’opera. In realtà, come è stato già evidenziato da più parti, più che di espropriazioni si è trattato di occupazioni temporanee, in forza delle quali alcuni giorni fa i terreni in questione sono stati recintati e cantierizzati. Ne sono conseguiti i noti tragici avvenimenti, come la folgorazione dell’attivista NO TAV salito su di un traliccio dell’alta tensione e caduto da dieci metri, riportando serie ferite.
Il pool di legali che difende le ragioni del movimento NO TAV sostiene in proposito che l’ordinanza del prefetto di Torino – ragione giustificatrice dell’intervento concretizzato nella recinzione dei terreni – sia stata attuata in maniera illegittima, perché la disposizione prevedeva soltanto la limitazione e l’interdizione della viabilità e dell’accesso di una zona indefinita.
Inoltre, si contesta la legittimità dell’esercizio dello stesso potere di ordinanza del prefetto nel caso specifico in quanto lo stesso presuppone una situazione di indifferibilità e urgenza, nonché una comprovata impossibilità di avvalersi utilmente degli ordinari strumenti normativi, che non era ravvisabile in alcun modo al momento del realizzarsi della vicenda. Gli stessi legali avevano diffidato sia la questura che la prefettura di Torino ad occupare oppure agevolare la recinzione dei terreni, poi effettivamente avvenuta.
Come si può apprezzare. la stessa contestazione giuridica è “forte”, dato l’asserito strumentale e illegittimo utilizzo dei poteri normativi esistenti. Ciò che si ritiene debba essere chiaro è che al momento non è in atto nessuna attività di espropriazione dell’area in questione, ma casomai un’attività di acquisizione temporanea dei terreni all’interno di un sito di interesse strategico, la cui procedura avrà formalmente inizio il prossimo 11 aprile, come riportato da diverse fonti giornalistiche.
Per il momento, la questione è stata portata anche davanti al TAR di Torino (Num. Reg. Gen.: 988/2011), dove la problematica principale affrontata è quella riferita alla esistenza o meno del progetto esecutivo dell’opera e dell’eventuale affidamento dei lavori di cantiere all’impresa realizzatrice. Infatti, la mancata esistenza del progetto e delle ulteriori attività collegate – come sostenuto dai legali del movimento NO TAV – renderebbe del tutto illegittima l’ordinanza del prefetto in base alla quale sono state effettuate le recinzioni dei terreni privati. Di contro la LTf ( Lyon Turin Ferroviaire sas) si è costituita in giudizio sostenendo la necessità di attività indispensabili per la realizzazione dell’opera.
La vicenda, come si ricava da questo brevi cenni riassuntivi, è sicuramente complessa e di non facile soluzione. Nell’ultima udienza (01/03/2012) l’avvocato Vincenzo Enriches, a nome della Comunità montana Valle Susa e Val Sangone e di alcuni residenti, ha chiesto al Tar di conoscere i progetti dell’opera, ribadendo che al momento “non risulta l’esistenza di alcun progetto esecutivo, né, tanto meno, ancor prima, nessun affidamento dei lavori di cantiere alla impresa realizzatrice dell’opera, di cui non si conosce neppure l’identità“. E spiega l’avvocato: “Il fatto che non ci sia un progetto esecutivo significa che non c’è un cantiere. E gli avvocati di Ltf lo hanno confermato in aula. È tutto verbalizzato.Il progetto esecutivo non c’è, per tanto ho chiesto di produrre tutti gli atti e i documenti che autorizzano gli eventuali lavori preliminari già in corso, posto che anch’essi dovrebbero essere previsti da un progetto”. La prossima udienza del TAR è stata fissata al 28 giugno con la speranza che il buon senso prevalga e la contrapposizione si svolga nel rispetto reciproco, senza il ripetersi di tragici incidenti come quelli che hanno invaso la cronaca degli ultimi giorni.
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