La Tasi, infatti, altro non è che quella parte della Iuc – la nuova imposta unica comunale – relativa ai servizi indivisibili gestiti direttamente dai Comuni, come manutenzione degli spazi pubblici, illuminazione, marciapiedi e via dicendo. Per questa ragione, i sindaci, guidati dal presidente Anci Piero Fassino, sono terrorizzati dal pensiero di dover rinunciare al versamento della tassa da parte dei contribuenti, che andrebbe a coprire una parte ingente del bilancio locale. Rendiconto che, tra l’altro, tutti i municipi sono chiamati a completare entro il prossimo 31 luglio.
Così, la Iuc viene a rivestire un’importanza fondamentale nell’economia degli enti, avendo essa sostituito in tutto e per tutto la vecchia Imu sulla prima casa, e si prepara a colpire anche gli inquilini. Questa volta, infatti, gli affittuari non saranno esentati dal pagamento dell’imposta. A completare la Iuc, poi, arriverà, nei mesi a venire, la Tari, tassa sui rifiuti che dovrebbe ricalcare in tutto e per tutto la scomparsa Tares.
Il presente, però, è tutto della Tasi: introdotta con la legge di stabilità, inizialmente sembrava destinata a debuttare ad aprile, ma, poi, il primo acconto è slittato secondo la solita scansione dei pagamenti Imu, ossia al 16 giugno. Peccato, però, che entro oggi tutti i Comuni italiani avrebbero dovuto stabilire le nuove aliquote in base alla definizione tributaria della nuova tassa sulla casa. Un compito che i municipi hanno svolto solo in minima parte: nei giorni scorsi, appena uno su dieci aveva completato la consegna. Rimangono ancora poche ore e l’elenco dei Comuni “responsabili”, per effetto della rincorsa a chiudere in tempo, potrebbe arrivare a duemila – sarebbero infatti 1685 le delibere sulla Tasi già approvate – ma è certo che la stragrande maggioranza delle amministrazioni ha mancato la scadenza.
Quello che si sta profilando ricalca esattamente quanto avvenuto, mesi fa, nel pasticcio della mini Imu: il governo aveva garantito le coperture ai Comuni, le quali, poi, improvvisamente vennero meno: così, i contribuenti furono costretti a sborsare di tasca propria l’ammanco della seconda rata 2013. Ora, la storia sembra ripetersi: Fassino, nei giorni scorsi ha rassicurato le amministrazioni locali che il saldo della quota sarà garantito dal governo in tempo per la chiusura dei bilanci comunali. Nei mesi scorsi, il quadro portò alla presentazione del famigerato decreto Imu-Bankitalia, che tante polemiche finì per suscitare anche sullo sfondo politico, con la storica ghigliottina operata dal presidente della Camera Laura Boldrini. Se questi sono i presagi, per il governo Renzi è in arrivo, subito dopo il voto, un rompicapo in linea con il proprio predecessore Enrico Letta. E questo, forse, è ciò che turba il premier più di ogni altra cosa.
Così, siamo tutti in attesa delle decisioni del governo: inizialmente, per gli enti ancora senza aliquota, si era pensato a un rinvio dell’acconto di giugno al mese di settembre e, ora, pare che l’ipotesi più gettonata rimanga ottobre. Dal consiglio dei ministri di ieri, nessuna novità: se ne saprà di più nelle prossime ore. O forse nei prossimi giorni, se dalle parti di palazzo Chigi si cercherà di rimandare la questione a dopo le europee.
Ecco l’elenco non definitivo dei Comuni dove si pagherà la Tasi
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