“Oggi è una giornata storica, posiamo la prima pietra per un Parlamento più efficiente, meno costoso. 345 parlamentari in meno, in questi decenni tutte le forze politiche di destra e di sinistra ce lo avevano promesso e non lo avevano mai fatto. Noi manteniamo anche questa promessa” ha commentato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro. “Significa – ha aggiunto – non solo un Parlamento più spedito, più efficiente, meno burocratico, ma anche un Parlamento meno costoso: mezzo miliardo di risparmi a legislatura, 300mila euro al giorno”.
Entusiasta il vicepremier Luigi Di Maio che su Facebook ha scritto: “Evviva! Approvato il Tagliapoltrone in Senato! Presto ci saranno 345 parlamentari in meno e un risparmio di mezzo miliardo di euro a legislatura. Dicevano: Impossibile! E invece se lo diciamo lo facciamo! Collegatevi che festeggiamo insieme!”
Ecco come cambierà qualora arrivasse l’approvazione definitiva.
Taglio parlamentari: come cambierà il Parlamento
Attualmente il Parlamento italiano è composto in questo modo:
- la Camera, con 630 deputati eletti
- il Senato, con 315 senatori
Qualora il disegno di legge, il cui contenuto modifica gli articoli 56 e 57 della Carta costituzionale, verrà approvato in via definitiva, il numero scenderà in questo modo:
- la Camera, con 400 deputati
- il Senato, con 200 senatori
Altra modifica introdotta prevede che nessuna Regione o Provincia autonoma possa avere meno di tre senatori (resta la previsione di due per il Molise e uno per la Valle d’Aosta).
Taglio parlamentari: l’Iter di approvazione
Il disegno di legge è una vera e proprio proposta di riforma costituzionale, e in quanto tale necessita di procedure di voto e approvazione più rigide delle normali leggi ordinarie, perché hanno come contenuto la modifica di parte della nostra Costituzione che, si sa, è la legge fondamentale di uno Stato.
Affinché quindi il taglio parlamentari venga approvato saranno necessarie due deliberazioni conformi dei due rami del Parlamento. Tra le due diverse deliberazioni devono intercorrere almeno tre mesi, per un totale di 4 letture. Nella seconda votazione è necessaria la maggioranza assoluta dei membri. Inoltre se la seconda deliberazione non ottiene la maggioranza qualificata di due terzi dei componenti, la legge può essere sottoposta a referendum.
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