Svizzera-Italia: lì un referendum per dire no alle ferie qui si discute di art.18

Incredibile! Mentre in Italia non si sa perché si facciano i referendum sui massimi sistemi e, soprattutto, si perde per strada il senso ed il motivo per cui lo si è fatto, nelle iper-civilissima Svizzera il ricorso ai referendum è un normale esercizio di rappresentanza anche soltanto per stabilire quanto lunghe debbano essere le ferie per i lavoratori.

E se, in Italia, le polemiche sulla durata del lavoro e l’inizio del periodo del pensionamento tengono banco da mesi, nonostante recessione in atto e manovre economiche al limite dell’umana sopportazione, ecco che, nel paese di Heidi, del Rolex e della cioccolata, i cittadini hanno risposto un secco “no” all’ipotesi di prolungare di ulteriori due settimane il già previsto periodo minimo di vacanze retribuite di 4 settimane.

Stranezza? Stupore? Novità? Ma no! E non è nemmeno la prima volta che succede! Già nel 1985 e nel 2002 iniziative analoghe hanno avuto la stessa sorte ed i sondaggi avevano previsto quello che il responso delle urne ha confermato.

Ma perché gli svizzeri rinunciano convinti a ben 6 settimane di vacanze pagate?

Lo stupore arriva ora… udite, udite “E’ una minaccia per la competitività elvetica!

In tempi di crisi, in Italia, questa motivazione ha quasi del sovrannaturale…e così mentre si discute (?) sull’art.18 e si è in attesa dei provvedimenti del Governo Monti in tema di crescita, gli svizzeri scelgono di lavorare di più, rinunciando a provvedimenti migliorativi del loro stress lavorativo…

Sarà per essere sicuri che al ritorno dalle ferie il loro posto di lavoro è ancora lì?

O perché così si risparmia sulle parcelle di psicologi e sociologi sulle conseguenze nefaste dello stress da non lavoro?

Noi italiani stiamo per eliminare il problema alla radice… tra poco, non solo non ci saranno più le ferie ma nemmeno il lavoro!

Maria Giuliana Murianni