Novità in arrivo sullo stipendio statali di maggio delle mamme lavoratrici della PA.
Con una news di pochi giorni fa NoiPA ha reso noto l’avvio della campagna di erogazione del bonus mamme introdotto dallo scorso 1° gennaio ad opera della Manovra 2024. Cosa che porterà le donne madri e dipendenti statali a ricevere due cedolini NoiPA.
Analizziamo la novità in dettaglio sullo stipendio di maggio per le dipendenti pubbliche madri.
Indice
Bonus mamme da maggio
NoiPa ha diffuso lo scorso 14 maggio, sul proprio portale istituzionale, una news sullo stipendio statali PA di maggio, riguardante l’applicazione del bonus mamme per le lavoratrici della Pubblica Amministrazione.
In particolare, è stato comunicato il riconoscimento della decontribuzione a partire dal cedolino della rata di maggio 2024, a beneficio delle lavoratrici madri che ne hanno fatto richiesta.
In realtà la misura, come vedremo, è stato introdotta già dallo scorso 1° gennaio ad opera della Legge 30 dicembre 2023 numero 213 (Legge di bilancio 2024). Per questo motivo, NoiPA ha altresì fornito indicazioni sul pagamento degli arretrati per il periodo gennaio 2024 – aprile 2024.
A chi spetta il bonus mamme?
La misura introdotta dalla Manovra di bilancio 2024 spetta alle lavoratrici titolari di un contratto a tempo indeterminato, dipendenti di datori di lavoro pubblici o privati, anche non imprenditori, ivi compresi quelli del settore agricolo, eccezion fatta per i rapporti di lavoro domestico.
Due tipi di esonero
La Legge numero 213/2023 contempla due tipi di esonero:
– uno sgravio a beneficio delle lavoratrici che, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2026, risultino essere madri di tre o più figli, di cui il più piccolo con un’età inferiore a diciotto anni;
– un secondo esonero diretto invece a quante, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2024, risultino essere madri di due figli, di cui il più piccolo con un’età inferiore a dieci anni.
Importo
Il bonus ha un impatto diretto sullo stipendio, e si concretizza in un abbattimento dei contributi previdenziali per Invalidità, Vecchiaia e Superstiti (contributi IVS) a carico della lavoratrice madre, nel rispetto del limite massimo di 3 mila euro annui per singola lavoratrice, corrispondenti a:
– 250,00 euro mensili (3.000,00 / 12);
– 8,06 euro giornalieri (250,00 / 31) per ogni singolo giorno di fruizione della misura, con riguardo ai rapporti instaurati o risolti nel corso del mese.
Come ottenere il bonus?
Trattandosi di un abbattimento dei contributi altrimenti trattenuti in busta paga, con conseguente aumento del netto da liquidare alla lavoratrice, il bonus è applicato dal datore di lavoro in sede di calcolo delle spettanze mensili.
A tal proposito, le lavoratrici sono tenute a comunicare la volontà di avvalersi della misura direttamente all’amministrazione di appartenenza.
Per le lavoratrici aventi diritto che “ancora non ne fruiscono sarà comunque possibile, in qualsiasi momento, comunicare la volontà di avvalersi del beneficio presso l’amministrazione di appartenenza” (NoiPA).
Stipendio statali PA di maggio: pagamento degli arretrati
Sempre riguardo allo stipendio statali di maggio, la liquidazione alle lavoratrici degli arretrati del bonus mamme relativi al periodo gennaio 2024-aprile 2024 verrà effettuato, ha reso noto NoiPA, con un’emissione urgente nel corrente mese di maggio, con esigibilità entro lo stesso mese.
Il dettaglio degli arretrati sarà riportato in un cedolino ad hoc, diverso rispetto a quello ordinario della paga di maggio.
In definitiva, sullo stipendio di maggio, le lavoratrici interessate dagli arretrati si vedranno recapitare ben due cedolini, anziché uno.
Attenzione: il bonus mamme è alternativo alla riduzione contributi IVS
Un aspetto da tenere in considerazione è quello per cui il bonus mamme è alternativo (e quindi non cumulabile) alla riduzione contributi IVS introdotta con Legge 30 dicembre 2023 numero 213 (Manovra 2024) per i periodi di paga dal 1° gennaio al 31 dicembre dell’anno corrente.
La misura si concretizza, ricordiamolo, in un abbattimento dei contributi Invalidità, Vecchiaia e Superstiti (IVS) a carico del lavoratore, in misura pari a:
– 6% a patto che la retribuzione imponibile ai fini previdenziali e assistenziali, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda la somma mensile di 2.692,00 euro, al netto del rateo di tredicesima;
– 7% a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo mensile di 1.923,00 euro, al netto del rateo di tredicesima.
Dal momento che lo sgravio è stato introdotto dallo scorso 1° gennaio, le lavoratrici destinatarie del bonus mamme possono aver beneficiato dello stesso per le prime tre mensilità dell’anno.
In tal caso, nel calcolo dell’ammontare complessivo degli arretrati spettanti sullo stipendio, agli importi dovuti come bonus mamme verranno sottratti quelli eventualmente già riconosciuti come sgravio IVS per le mensilità di gennaio, febbraio, marzo 2024.
Allo stesso modo, conclude NoiPA, l’esonero IVS sullo stipendio “relativo alla mensilità di aprile 2024, la cui applicazione era prevista sulla rata di maggio 2024, sarà completamente sostituito dall’arretrato di decontribuzione dell’emissione urgente di maggio 2024”.
Leggi anche > Bonus mamme lavoratrici: cosa deve fare il datore di lavoro per attivarlo
Domande di bonus direttamente all’Inps
Con il Messaggio del 6 maggio 2024 numero 1702 l’Inps ha comunicato il rilascio dell’applicativo “Utility Esonero Lavoratrici Madri”, disponibile collegandosi al portale “inps.it” al seguente percorso: “Imprese e Liberi Professionisti – Esplora Imprese e Liberi Professionisti – Strumenti – Vedi tutti – Portale delle Agevolazioni (ex DiResCo) – Utilizza lo strumento”.
Una volta autenticatasi con le credenziali SPID, CIE o CNS, la lavoratrice interessata a fornire direttamente all’Istituto le informazioni relative ai figli, dopo avere selezionato la voce “Utility Esonero Lavoratrici Madri” in “Elenco domande di sgravio”, può procedere con la dichiarazione degli identificativi, fornendo i codici fiscali dei figli o, in via alternativa, se non in possesso dei codici fiscali, le informazioni anagrafiche dei figli.
Come si legge su “noipa.mef.gov.it” le informazioni riguardanti i figli possono essere trasmesse all’Istituto “nel caso in cui il datore non li abbia ancora trasmessi”.
Tuttavia, per le lavoratrici degli enti gestiti da NoiPA, che hanno già fatto richiesta di decontribuzione, non è necessario utilizzare l’applicativo Inps, poiché l’amministrazione di appartenenza “ha già provveduto a inserire a sistema i codici fiscali dei figli per cui si usufruisce del beneficio” (NoiPA).
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