Non si placano le polemiche sulla richiesta di un contributo extra di 150 euro, avanzata dal Ministero dell’Economia sulle buste paga di professori e maestre, ed emersa con l’arrivo del nuovo anno a seguito della denuncia del responsabile Pd Davide Faraone, nuovo membro della segreteria di Matteo Renzi e fedelissimo del sindaco di Firenze.
Una pretesa, quella del Mef, che non va affatto in avanti nel tempo, anzi: il primo appuntamento sarebbe già con lo stipendio di gennaio, quando,cioè, i docenti della scuola pubblica saranno chiamati a restituire i 150 euro degli scatti maturati nel corso del 2013.
Ora, è scontro aperto tra il ministero della Pubblica istruzione e tesoro, con la lettera inviata dal titolare del Miur Maria Chiara Carrozza al collega Saccomanni, per implorarlo a ristabilire gli scatti di anzianità e, dunque, di contravvenire alle disposizioni del Dpr 122 dello scorso settembre, secondo cui il blocco del contratto nazionale per tutto il 2013 avrebbe stabilito, a parere del Tesoro, lo stop agli avanzamenti di salario per gli insegnanti.
Sarebbero circa 80mila i dipendenti della scuola pubblica coinvolti, dunque, non solo insegnanti ma anche amministrativi e personale Ata in genere. Il timore, scrive il ministro Carrozza, è che, oltre alla restituzione della somma maturata in eccedenza allo stipendio dello scorso anno, si debba riconsegnare alle casse statali più di quanto ricevuto, visto che è proprio allo studio in questi giori la procedura di recupero degli scatti 2012, che potrebbero finire, a questo punto, nel totale da rendere allo Stato.
Insomma, un bell’enigma per iniziare l’anno con il piede sbagliato, tanto che il Mef ha risposto in maniera un po’ stizzita alle richieste del ministro Carrozza, parlando di “atto dovuto”, essendo le somme in surplus conteggiate per la mancanza di adeguata normativa nell’arco dei mesi scorsi. Oltretutto, il ministero dell’Economia ha intimato al Miur di adoperarsi per trovare le risorse e assicurare, così, il mantenimento degli scatti agli insegnanti, lasciando intendere che, se alla Pubblica istruzione riuscissero a far quadrare i conti, la conferma degli avanzamenti di stipendio non sarebbe in discussione.
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