Ancora cambiamenti in vista per stipendi e busta paga dal 2024. In campo ci sono diverse iniziative pronte a incidere sulle retribuzioni dei dipendenti, prime fra tutte il rinnovo del taglio al cuneo fiscale, la detassazione delle tredicesime e degli straordinari.
In ballo c’è inoltre la riforma fiscale 2024 con la nuova revisione delle aliquote Irpef che, se attuata, porterà ulteriori risparmi per i redditi più medio-bassi. Gli stipendi dovrebbero quindi aumentare ancora un po’, per effetto della modifica agli attuali scaglioni.
Tutto dovrà decidersi in questi pochi mesi, tra Legge di bilancio e riforma fiscale. Il governo intanto è già al lavoro per trovare risorse e incastri, ribadendo la propria volontà di prorogare la riduzione del cuneo (attualmente al 6% e al 7% a seconda delle soglie di reddito).
Ecco in breve come cambieranno stipendi e busta paga dal 2024 e le novità attese tra Manovra di bilancio e riforma fiscale 2024.
Indice
Stipendi e busta paga dal 2024: taglio cuneo fiscale
Uno degli impegni che il governo dovrà accollarsi per il prossimo anno sarà sicuramente la proroga dell’attuale taglio al cuneo fiscale, che fino al 31 dicembre 2023 funziona così:
- per gli stipendi fino a 25mila euro il taglio al cuneo è del 7%;
- per gli stipendi da 25 a 35mila euro la riduzione è del 6%.
Queste percentuali di taglio sono in vigore dal 1° luglio al 31 dicembre 2023. Se non venissero rinnovate gli stipendi e buste paga tornerebbero ad abbassarsi notevolmente a partire da gennaio 2024. Il potere di acquisto ne subirebbe un brusco colpo e molte famiglie sarebbero in grandi difficoltà, tra aumento mutui, benzina e bollette.
Il governo sembra propendere per la proroga. Ciò però deve avvenire entro il prossimo 31 dicembre: o con un ulteriore decreto o con la legge di bilancio 2023.
Stipendi e busta paga dal 2024: straordinari e tredicesime più alte
Altra novità, che potrebbe far salire ancora un po’ la busta paga di fine anno dei lavoratori dipendenti, è la detassazione delle tredicesime in ballo con la riforma fiscale. Si tratta dell’applicazione di un’imposta sostitutiva di Irpef ed addizionali, riguardante i redditi di lavoro dipendente erogati a titolo di tredicesima mensilità.
All’orizzonte ci sarebbe una tassazione separata per la tredicesima, che potrebbe essere del 15% per redditi fino a una certa soglia, per poi salire gradualmente in base al crescere del reddito.
Altre tipologie di detassazione, che potrebbero incidere positivamente su stipendi e busta paga dei dipendenti, sono quelle relative alle ore di straordinario lavorate e ai premi di produttività.
Contenuta nella Delega fiscale, questa novità riguarda “l’applicazione, in luogo delle aliquote per scaglioni di reddito, di un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle relative addizionali, in misura agevolata, sui premi di produttività”.
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Stipendi e busta paga 2024: Fringe benefit detassati
Le politiche di welfare aziendale e i fringe benefit potrebbero cambiare ancora nel 2024. Sembra essere intenzione del governo quella di rimodulare ancora il limite. Questo verrebbe portato a 1.000 euro per tutti i dipendenti, anche quelli senza figli. L’esecutivo aveva già alzato a 3mila euro la soglia per i soli lavoratori con figli a carico al posto dei 258,23 euro che valgono per tutti gli altri, ma ora si starebbe muovendo per ampliare il beneficio.
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Stipendi e busta paga dal 2024: nuove aliquote Irpef
Dulcis in fundo, ma non meno importante, è la riforma delle aliquote Irpef attesa per il 2024, con la complessiva riforma fiscale. Nello scorso Consiglio dei ministri di marzo 2023 l’esecutivo Meloni aveva annunciato la volontà, con la legge delega, di riordinare nuovamente il sistema di tassazione Irpef.
Uno dei punti principali della nuova riforma fiscale sarebbe il passaggio da 4 a 3 aliquote Irpef. L’obiettivo è quello di ridurre l’imposizione fiscale, “nella prospettiva della transizione del sistema verso l’aliquota impositiva unica“.
Già lo scorso anno si era avuta una riduzione da 5 a 4 aliquote Irpef, dopo la mini-riforma della Legge di Bilancio 2022. Tra le varie ipotesi che si rincorrono in questo momento la più condivisa è quella che vorrebbe il raggruppamento dei primi due scaglioni sotto l’aliquota del 23%, andando a favorire tutti quei redditi che si trovano tra 15mila e 28mila euro che vedrebbero l’aliquota tagliata di 2 punti percentuali. Si andrebbe quindi verso un sistema con le seguenti tre aliquote:
- 23% per i redditi fino a 28 mila euro;
- 35% per i redditi oltre 28 mila e fino a 50 mila euro;
- 43% per i redditi oltre 50 mila euro.
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