Ripassare. Sembra che a JJ Abrams piaccia farcelo fare. Quante volte in questi ultimi mesi infatti avete sentito dire da qualcuno “ho ripassato tutto Star Wars”? Molte. Il ripasso non è solo un esercizio per misurare chi è più fan e chi meno, e potete farlo in uno dei tre modi che vi suggerisce Francesco, è anche una cosa necessaria per capire bene che tipo di operazione ha deciso di fare JJ Abrams.
Nell’episodio VII ci troviamo esattamente nella stessa situazione dell’episodio IV: i Jedi sono scomparsi, il Lato Oscuro è forte e i ribelli lo combattono. Il nemico ha un nuovo nome, il Primo Ordine, al cui comando i sono Snoke e il sith Kylo Ren. Sia il Primo Ordine che la Resistenza cercano informazioni per ritrovare l’ultimo Jedi Luke Skywalker, scomparso.
Su un intreccio non nuovo si inseriscono i nuovi personaggi, giovani ma che conoscono bene la storia del passato dell’Impero, della Forza e dei ribelli: i principali sono Finn, un ex soldato del Primo Ordine che ha scelto di ribellarsi, e Rey, la cacciatrice di relitti che aiuta il droide (simpaticissimo) BB-8 a mantenere segreta al nemico la mappa che porterà a Luke Skywalker. Come per magia, a un certo punto saltano fuori Han Solo, la Principessa Leia e Chewbecca.
Beh, tutto qui? È poi così memorabile? In questi giorni ho sentito spesso domande di questo tipo. Certo, la trama è poco fantasiosa, ma non per questo è deludente. L’operazione fatta da JJ Abrams piace ai fan della prima trilogia (IV, V e VI) rimasti rimasti sinceramente delusi dalla seconda (I, II e III): l’intreccio non innovativo non disturba perché non è una copia ma un vero e proprio omaggio all’episodio da cui tutto ebbe inizio. Appare rispettoso nei confronti di tutto ciò che ha reso grande la saga: i battibecchi tra Han Solo e Chewbecca, il Millennium Falcon che è ancora un rottame, le creature buffe e mostruose, gli inseguimenti, le battaglie, i dialoghi brillanti e le partenze alla velocità della luce. Ve le ricordate? Si che ve le ricordate, domanda retorica, se avete ripassato ve le ricordate ancora meglio.
È davvero importante che la risposta sia affermativa però, perché qui s’inserisce una delle linee narrative più importanti della storia, coerente con l’omaggio alla prima trilogia di cui sopra. Appare chiarissimo fin da subito come lo scopo sia quello di rispettarne anche i temi chiave, in particolare il conflitto generazionale padre/figlio e il crescere, diventando, dopo grandi difficoltà, quello che in verità si è sempre stati. Il figlio si separa dal padre, nel tentativo di seguire una strada il più lontana possibile da lui, proprio come Anakin aveva allontanato Obi Wan (ma anche come separati erano Anakin e Luke). È un percorso che tutti i personaggi fanno, ognuno a suo modo: Rey fugge dalla Forza quando si rende conto che è in lei ma poi la riabbraccia per difendere chi ama, Finn vorrebbe fuggire il più lontano possibile dal Primo Ordine ma torna indietro dimostrando un coraggio che non credeva di avere.
Così, come in ogni inizio, sono i giovani a essere protagonisti: Han Solo e Leia sono anziani ormai, il futuro non è più loro, non hanno il potere di cambiare gli eventi. Adesso, i giovani combatteranno la loro guerra. Contro il Lato Oscuro, e contro se stessi.
Una sola domanda vale la pena farsi: ma Rey… potrebbe essere la sorella di Kylo Ren?
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