Spending review e sanità. Inopportuni tagli di spesa

Il taglio di spesa imposto dalla recente Spending review al settore sanitario consiste in 7,9 miliardi di euro, da suddividersi tra il 2012 ed il 2014. Di conseguenza, il Governo ha già ufficialmente annunciato che i posti letto degli ospedali pubblici subiranno una diminuzione di circa 7 mila unità a partire dal 2013, mentre le Regioni, entro il novembre di quest’anno, dovranno presentare l’atto di riprogrammazione riduttiva dei posti letto stessi, la quale dovrebbe attuarsi in un triennio.

Purtroppo, in una contingenza storica in cui le primarie esigenze dell’uomo (come la sua stessa salute) vengono con superficialità sacrificate a vantaggio di mere quadrature di bilanci economici, i cittadini italiani dovevano attendersi una tale manovra.

In questa prospettiva (del tutto assurda – ripeto – dal punto di vista bioetico!) il Governo Monti è riuscito addirittura a riscuotere il positivo apprezzamento dell’Unione europea, del Governatore della BCE Draghi, nonché della Corte dei Conti.

Ma le “gustose” sorprese della spending review montiana in campo sanitario non finiscono ovviamente qui. Oltre al taglio della spesa sanitaria nel campo dei posti letto ospedalieri, il Governo ha saggiamente pensato di ridurre notevolmente il numero dei farmaci e degli accertamenti diagnostici mutuabili, ponendo dunque le premesse affinchè il cittadino inizi inevitabilmente a trascurare la propria salute. Senza contare il fatto che, secondo le autorevoli stime della Federfarma, diverrano in breve a rischio (e nemmeno questo mi sembrerebbe un danno trascurabile!) ben 20000 posti di lavoro nelle farmacie private.

Voglio infine concludere questo mio breve articolo con un’ulteriore negativa informazione: i tagli economici previsti dalla spending review non hanno neppure risparmiato l’importantissimo settore della ricerca scientifica, già per tradizione assai indigente. A tale proposito, il presidente dell’Istituto di Fisica Nucleare, Fernando Ferroni, ha ritenuto opportuno scrivere una lettera al Capo dello Stato Napolitano. “Ora – si legge nella lettera – non solo il prestigio, ma la capacità stessa di stare al passo con la ricerca internazionale vengono gravemente compromessi”.

Antonio Ruggeri

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