Le parole di scusa, pronunciate quali giustificazioni dal sindacalista sono state puntualmente respinte al mittente. La mamma di Aldrovandi ha precisato: “Maccari risponderà di queste affermazioni di fronte all’autorità giudiziaria perché ho dato già incarico al mio avvocato Fabio Anselmo di sporgere querela nei suoi confronti e d’ora in poi parlerà lui per me“. “Sono nauseata e disgustata da tutto questo. -ha proseguito Moretti- Respingo fermamente la solidarietà ipocrita di Maccari che continua ad insultarmi. Maccari sa benissimo che da un mese un furgone del Coisp con manifesti e bandiere gira tutta la città di Ferrara per poi stazionare di fronte al comune con gli stessi slogan di ieri. Maccari sa benissimo che proprio questo furgone è stato invitato dai suoi stessi colleghi ad allontanarsi da quel luogo“, conclude Patrizia Moretti.
E proprio durante la mattinata di ieri, quando il drappello dei sindacalisti del Coisp, guidato dall’europarlamentare del Pdl Potito Salatto, manifestava sotto le finestre del Municipio di Ferrara, Moretti è scesa in strada scortata da alcune colleghe per reagire alla vergognosa oltranza. La stessa Moretti, dinanzi ai visi impassibili e sfrontati dei poliziotti, ha poi mostrato l’immagine straziante del figlio, Federico, bagnato da un lago di sangue. In difesa della madre, si è pronunciato anche Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara, che ha contribuito a denigrare l’iniziativa sconcertante del sit-in, definendola una provocazione fuori luogo e chiedendo ai sindacalisti dei poliziotti di spostarsi. “Non avrei voluto farlo -ha poi raccontato dopo che si sono spenti i riflettori sull’episodio Patrizia Moretti- perché a me costa moltissimo, ma sono scesa con alcune mie amiche e colleghe e ho mostrato prima alla piazza, poi a loro la foto di Federico. Nessuno di loro mi ha guardata e dopo un po’ sono andati via. E’ stato triste, e doloroso“.
La mamma di Federico Aldrovandi non ha avuto remore nel raccontare esaustivamente anche l’antefatto precursore della vicenda: “Ad un certo punto ci siamo affacciate alla finestra e abbiamo visto cosa stava accadendo, abbiamo visto il sindaco Tiziano Tagliani scendere e andare a parlare con loro dell’inopportunità del sit-in, ma da lì uno dei manifestanti, molto grosso e alto, ha cominciato a inveire contro il sindaco e ho visto anche alcuni spintoni“. A livello istituzionale anche il Senato ha subitaneamente mostrato solidarietà nei confronti della madre della vittima. Nel pomeriggio di ieri, infatti, quando la senatrice del Pd Maria Teresa Bertuzzi ha preso parola in aula, tutti i parlamentari e gli esponenti del governo presenti nell’emiciclo, premier incluso, si sono alzati in piedi e hanno battuto a lungo le mani in segno di evidente appoggio alla famiglia Aldrovandi.
Tra le fila dei rappresentanti del governo protagonisti del gesto solidale si sono aggiunti anche il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, la quale tra l’altro ha affermato che “I manifestanti non rappresentano la polizia. Non voglio sanzioni, ma il giudizio è sicuramente critico“, e l’ex capo della Polizia, l’attuale sottosegretario con delega ai Servizi, Gianni De Gennaro che si mostra fermo nel condannare severamente l’atto. “La manifestazione indetta dal sindacato di Polizia -ha espresso la senatrice Pd, Bertuzzi– continua a tenere aperta una ferita”. “Il sit-in dei poliziotti -rincara infine la dose la senatrice del Pdl, Anna Cinzia Bonfrisco– ha superato ogni limite”. Lo squallore del gesto di ieri non si scontra soltanto con la veste “ufficiale” di cui si gloriano i rispettivi fautori, ma entra soprattutto in collisione con uno dei principi morali più antichi della storia civile: il rispetto per il dolore di una madre dinanzi la morte del proprio figlio. E’ ammissibile toccare un gradino più basso di questo?
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento