Unanimità nel cordoglio da parte delle istituzioni. Il Presidente della Repubblica Napolitano ha auspicato che, per la ricostruzione, sia preso a modello l’esempio del Friuli (colpito dal terremoto del 1976). Vasco Errani, Presidente dell’Emilia-Romagna, tranquillizza: “Tutto sarà ricostruito, e la nostra Regione non sarà lasciata sola”. Il Ministro dell’ambiente, Corrado Clini, ha parlato della necessità di un aggiornamento della mappa del rischio (la Pianura Padana non era, infatti, considerata tra le zone più pericolose da un punto di vista sismico). Duro il commento del Ministro Fornero (“È naturale che la terra tremi ma non è naturale che crollino edifici”), critico su un’edilizia antisismica che in Italia colpevolmente e troppo a lungo è stata trascurata. Il Premier Mario Monti, nell’annunciare la convocazione del CdM, ha tenuto a sottolineare anche la specificità altamente produttiva delle zone colpite dal sisma: “Dico chiaramente che questa nuova scossa che infligge ferite all’Emilia-Romagna non coglie le Istituzioni impreparate. Assicuro che lo Stato farà tutto quello che deve fare, che è possibile fare, nei tempi più brevi, per garantire la ripresa della vita normale in questa terra così speciale, importante e produttiva per l’Italia”.
Proclamato per il 4 di giugno una giornata di lutto nazionale per le vittime del terremoto, mentre già montano – da parte di politici di ogni schieramento – le polemiche contro la parata militare del 2 giugno, i cui fondi potrebbero più utilmente essere utilizzati per assistere le popolazioni colpite.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento