Sigaretta elettronica, sparita l’accisa arriva la tassa. E il prezzo sale

Redazione 17/05/13
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La soluzione sulle sigarette elettroniche potrebbe essere la tassa al posto dell’accisa. A confermarlo, l’Anafe, Associazione nazionale fumo elettronico, a seguito del dietrofront sull’accisa parificata ai tabacchi comparsa e poi sparita nei giorni scorsi.

Come si ricorderà, infatti, prima che la Commissione licenziasse il decreto sullo sblocco dei pagamenti per la pubblica amministrazione, era stato inserito un emendamento bipartisan presentato da Pd e Pdl per l’introduzione di un’accisa sulla e-cig, la sigaretta elettronica molto in voga nell’ultimo periodo.

Il ritocco al decreto, non a caso, arrivava negli stessi giorni in cui l’associazione nazionale dei tabaccai presentava addirittura ricorso al Tar, difendendo le proprie prerogative commericlia di fronte a un prodotto che contiene nicotina così come le classiche bionde.

Un articolo che sta sempre più prendendo piede tra i fumatori, sia tra coloro che cercano di smettere il viziaccio, sia tra coloro che cercano di ridurre i danni sulla propria salute. Nonostante non esistano ancora studi inequivocabili sulla minor nocività della sigaretta elettronica, infatti, anche un oncologo affermato come Umberto Veronesi ha sostenuto che la diffusione della e-cig consentirebbe al Servizio sanitario nazionale di “risparmiare fino a 600 milioni l’anno”.

Un clima che pareva predisporre naturalmente l’introduzione di un balzello statale su un prodotto che sta sempre più dilagando, e, al contempo, limitando le entrate tanto dei tabaccai quanto delle casse pubbliche, che sulle bionde detengono il monopolio.

A poche ore dal voto, però, l’accisa sulla sigaretta elettronica è stata eliminata dal decreto che sblocca 40 miliardi di debiti della pubblica amministrazione. D’altra parte, la copertura che una simile misura avrebbe garantito sarebbe stata esigua rispetto al fabbisogno per coprire le fatture inevase dagli enti pubblici.

Anche le aziende del settore, però, sanno bene che si è trattato solo di un rinvio e, per questo hanno predisposto una nota per aprire il dialogo su una possibile tassazione della e-cig che metta tutti d’accordo: Stato, tabaccai e aziende produttrici del fumo nebulizzato.

Così, Massimiliano Mancini, presidente di Anafe, afferma: “Per la sigaretta elettronica si può pensare a un sistema di tassazione, ma assoggettarla all’accisa come i tabacchi, consegnando il monopolio della vendita a una categoria da sempre garantita, è inaccettabile”.

Secondo le stime dell’associazione, infatti, se dovesse davvero arrivare l’accisa, come ipotizzato nei giorni scorsi, sarebbe sufficiente un mese per provocare la chiusura della metà dei punti vendita sul territorio di sigarette elettroniche, con conseguente perdita di introito per lo Stato e una diaspora di posti di lavoro a corredo.

Ora, insomma, la palla è nelle mani del governo e del Parlamento. C’è da immaginare che la telenovela sulla sigaretta elettronica si chiuderà senza scontentare nessuno, o meglio quasi nessuno: a farne le spese, saranno ancora una volta i consumatori, che potrebbero vedere cresce il prezzo dei filtri ricaricabili.

 

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