Effettivamente, esiste tale possibilità, come previsto dal dpr 285/90. Trattasi di una normativa che consente, alle madri o alle famiglie che lo desiderino, di inumare il feto mai nato, indipendentemente dal fatto che la sua morte sia dovuta ad un aborto terapeutico, a malattia, o a qualsivoglia altra causa fisiologica.
Sulla base di quanto disposto dal Legislatore, la Giunta fiorentina (guidata dal Sindaco Matteo Renzi ) ha scelto di dedicare, all’interno del cimitero comunale di Trespiano, uno spazio esclusivamente adibito alla sepoltura dei feti, “compresi i prodotti abortivi e i prodotti del concepimento”. Questo è quanto previsto dal settimo capoverso dell’articolo 26 del nuovo Regolamento di polizia mortuaria. Inutile dire quanto clamore abbia suscitato la suddetta notizia, sollevando uno scalpore mediatico ben al di là del capoluogo toscano. Tanto da stuzzicare la sensibilità e gli umori della Senatrice del Pd Magda Negri, la quale ha definito “agghiacciante” la scelta intrapresa da Palazzo Vecchio. Ci troviamo, effettivamente, di fronte ad un tema veramente molto delicato. Infatti, dietro alla sepoltura del feto si nasconde un enorme dibattito tutto italiano, tra etica, religione, politica, diritti civili e ‘battaglie’ di piazza. Non a caso, si torna a parlare, dopo l’approvazione della norma in Palazzo Vecchio, di Legge 194 e di aborto.
Problema, in realtà, oramai antico: il feto è da considerarsi oppure no una persona? Esso è una vita umana, o più semplicemente un qualsiasi organismo multicellulare? Fino al momento odierno, in effetti, molte frange di pensiero avevano ritenuto che, per lo Stato italiano, il feto non fosse considerato giuridicamente una persona umana. Ma, con il provvedimento del Comune fiorentino, tale concetto rischierebbe di mutare.
L’Onorevole Tea Albini considera “insindacabile”, da una parte, la libertà di sepoltura del feto per chiunque lo desideri, ma dall’altra sostiene: “Se si parla di prodotti abortivi e del concepimento, di preghiere e sepolture relativamente al feto, si vira su qualcosa d’altro, che riguarda battaglie culturali, e questioni morali sulla definizione di bambino e persona. Ed il Regolamento, così come è stato impostato, mi pare ( almeno su questo punto, ed in modo nemmeno troppo velato ) un attacco alla legge 194”.
E dopo l’Albini, anche Vittoria Franco ( un’altra senatrice del Pd ) si scaglia contro il Comune di Firenze, richiedendo, in via epistolare,l’immediata revoca della norma: “Che errore quel cimitero dei feti e del frutto del concepimento! Sindaco ed Assessori di Firenze, vi prego: ripensateci. Non è rispetto ‘per le scelte delle persone e delle famiglie, ma una provocazione verso il dramma dell’aborto e del rapporto delle singole donne con la maternità.
Fate un gesto di vera responsabilità: revocate quella decisione, insostenibile sotto tutti i punti di vista. Non dividete ulteriormente ed inutilmente la città su una questione tanto delicata, che attiene ai sentimenti ed alla sofferenza”. Ma il Sindaco Renzi continua, nonostante tutto, a sostenere le scelte della propria Giunta, affermando: “Che sia una polemica ideologica lo dimostra il fatto che dal 1990 esiste una normativa e, dal 1996, a Trespiano c’è uno spazio dedicato a questi feti e c’è il seppellimento per chi lo vuole. Per togliere tutti i dubbi e chiarire che non è una novità, posso dire che sono 1019 i feti seppelliti nella città di Firenze”.
A dar mano al proprio capofila, fugando il sospetto che la sepoltura dei feti intenda in realtà attaccare la Legge 194 in materia di aborto, ci ha pensato quasi immediatamente l’Assessore fiorentino alle politiche sociali, Stefania Saccardi: “L’aborto volontario, fatto di norma entro il novantesimo giorno della gestazione, non c’entra, perché in quel caso l’embrione viene aspirato e non viene riconsegnato”.
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