Separazione con figli minori: quando si perde l’affidamento condiviso?

Redazione 24/03/16
Sono tanti, purtroppo, i contesti conflittuali di separazione o divorzio, che rendono di conseguenza tale anche la contesa sui figli da parte dei genitori.

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IMPEDIRE AL PADRE DI VEDERE I FIGLI: COSA COMPORTA?

Il genitore, ad esempio la madre, che mette in atto comportamenti finalizzati ad impedire ai propri figli di vedere il padre o a mettere quest’ultimo contro i figli stessi, sono considerati causa di perdita dell’affidamento.

PAS – SINDROME DI ALIENAZIONE PARENTALE O GENITORIALE: COS’E’?

La Sindrome di alienazione parentale o genitoriale (PAS – Parental Alienation Syndrome), nonostante sia ancora in corso nella comunità scientifica un aperto dibattito sulla sua natura, attualmente non viene considerata un disturbo psicologico classificabile tra le sindromi o le malattie accertabili clinicamente.

AFFIDAMENTO CONDIVISO: QUANDO SI PERDE?

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Ciò nonostante, è parere dei giudici che sussista un dato di fatto, e cioè che la figura genitoriale responsabile di assumere atteggiamenti prepotenti e prevaricanti finalizzati esplicitamente ad incrinare il legame e la frequentazione tra i figli e l’altro genitore, viene a perdere l’affidamento condiviso.

Segue questa direzione la rilevante sentenza della Corte di Appello di Catanzaro che, sulla scia del giudizio in primo grado del Tribunale di Cosenza, ha convalidato la sussistenza di un comportamento da parte della madre finalizzato ad escludere la figura paterna dalla vita dei figli.

In tal caso, il comportamento materno dannoso viene a costituire l’esercizio di una responsabilità genitoriale che si trova manifestamente in contrasto con l’interesse dei figli; per questa ragione è stato considerato meritevole dell’esclusione con l’affidamento ad un solo genitore, ossia il cosiddetto affidamento esclusivo.

SEPARAZIONE E DIVORZIO: QUALI DIRITTI HANNO I FIGLI?

In contesti di separazione o divorzio i figli hanno diritto a mantenere rapporti validi e significativi con entrambe le famiglie a cui appartengono i genitori.

Questo comporta che il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto regolare, permanente ed equilibrato con ambedue i genitori, conservando rapporti altrettanto rivelanti con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale, applicandosi il cosiddetto diritto alla bigenitorialità.

AFFIDAMENTO ESCLUSIVO: QUANDO SCATTA?

Il giudice, di norma, opta per l’affidamento esclusivo nel caso in cui sussistano principalmente due condizioni:

1) l’affidamento condiviso risulterebbe, da un punto di vista oggettivo, pregiudizievole per il minore;

2) un genitore dimostra di essere palesemente inidoneo o incapace ad assumersi il compito di cura nei confronti dello stesso minore.

Va precisato che questo secondo contesto si manifesta quando sussiste una grave inidoneità educativa da parte del genitore, o di una sua condotta di vita pericolosa o ancora qualora vi sia l’aperto rifiuto da parte del minore di mantenere rapporti con il genitore in questione.

Se, tuttavia, un simile rifiuto dovesse essere derivato dall’atteggiamento influenzante dell’altro ex coniuge, l’affidamento esclusivo è a favore del coniuge “respinto”.

SEPARAZIONE E DIVORZIO: LE INADEMPIENZE DELL’EX COSA COMPORTANO?

Attenzione, però, perché la sussistenza di contesti di conflittualità tra genitori non implica di per sé la scelta dell’affidamento esclusivo, dal momento che i giudici sono comunque tenuti a prendere in considerazione anche quella dell’affidamento condiviso.

Purtroppo, però, non sempre le cose vanno in questo modo: su circa 89mila separazioni, infatti, ben il 35% degli ex coniugi non rispetta gli accordi sulla gestione dei figli minori già entro i primi 6 mesi dal momento del provvedimento. La legge, in caso di inadempienze da parte di uno dei due ex coniugi, fa sì che il giudice abbia la possibilità di imporre una sanzione ogni qualvolta dette inadempienze vengono reiterate. Tali violazioni non attengono al mancato versamento dell’assegno di mantenimento, ma alla cura ed alla gestione dei figli minori.

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Ne sono esempi piuttosto comuni, il caso dell’ex marito che con regolarità riporta i figli alla madre in ritardo (in questo caso il giudice può imporgli una multa), l’ex marito che va in vacanza con la nuova compagna evitando di portare con sé anche i figli (anche in questo caso può scattare la multa), o ancora l’ex moglie che non permette di prelevare i figli nei giorni di spettanza del padre senza motivazioni fondate (sempre di multa si tratta).

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