In che modo questo cambiamento della modalità di ricerca influenzerà le aziende? E che impatto avrà la ricerca vocale sulla SEO?
Le tendenze della ricerca vocale
Se analizziamo i dati del 2013, di tutti gli utenti iOS solo il 15% utilizzava Siri. Nel 2015 una ricerca della MindMelod registra un trend di crescita: su 1.800 utenti di smartphone negli Stati Uniti, il 41,6% aveva cominciato ad usare la ricerca vocale negli ultimi sei mesi.
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Questo studio ha evidenziato, inoltre, che il 40,4% degli intervistati usava Siri, il 25,9% OK Google, il 6,1% Cortana di Microsoft e il 2,1% Amazon Echo / Alexa. Solo il 36,7% non aveva ancora provato l’assistenza vocale.
Oggi, il crescente utilizzo degli smartphone e delle funzioni di ricerca vocale, uniti a una sempre migliore esperienza utente, stanno portando anche a un cambiamento nella strategia e nella gestione dell’ottimizzazione dei motori di ricerca (SEO).
Ormai è da alcuni anni che la ricerca si è evoluta in senso semantico. Per esempio, Google non guarda più esclusivamente le parole chiave delle query, ma prende in considerazione l’aspetto implicito di queste query utilizzando anche i dati forniti dal dispositivo stesso e dal contesto: ad esempio se un utente digita librerie a Milano, Google può personalizzare meglio i risultati di ricerca prendendo in considerazione la posizione della persona e il dispositivo di utilizzo (ad esempio utente iPhone, in viale Abruzzi).
Con gli strumenti di ricerca vocale il contesto implicito diventa ancora più importante in quanto gli utenti cercano una specifica risposta ad un bisogno immediato. A questo scopo, gli strumenti di assistenza vocale affrontano tre tipi di query: i-want-to-do, i-want-to-know e i-want-to-go
L’impatto della ricerca vocale sulla SEO
Nell’affrontare la strategia SEO, è importante capire come i tuoi prospects formulano le loro query. Per farlo, potresti ad esempio, creare alcuni contenuti del tuo blog / sito sulla base delle query di ricerca dei tuoi potenziali clienti, in modo da capirne meglio i bisogni. Inoltre con la ricerca vocale diventa importante adottare un tono “conversazionale” nella produzione dei contenuti marketing – editoriali.
Si stima che entro il 2020, le ricerche basate su voce e immagini coinvolgeranno circa il 50% degli utenti. Le query della ricerca vocale saranno più personali, descrittive e specifiche. Dovrai quindi fornire contenuti e annunci creativi che rispondano alle esigenze sempre più dinamiche degli utenti.
Le domande avranno la precedenza, come dimostrano i dati riportati da Google con un aumento del 61% nella formulazione di domande da parte degli utenti. Si tratta di un cambiamento verso una ricerca che abbia un linguaggio più naturale e che sia basata su query composite. Per chi si occupa di SEO, le query legate alle domande potrebbero rendere più facile prevedere l’intenzione dell’utente e aiutare a confezionare dei contenuti su misura.
In un mondo in cui la ricerca vocale sta prendendo sempre più piede, la ricerca sul web non sarà più la sola a dominare e il page ranking non sarà più tra i principali obbiettivi della SEO. L’obiettivo del marketing sarà di trovare, invece, modalità di risposta sempre più flessibili alle esigenze dei clienti, e che passino attraverso i diversi, e in continua evoluzioni, access point.
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