Scuola, Miur: diffusi i primi dati, 746mila studenti stranieri, 217mila con disabilità

Redazione 02/10/15
I primi dati diffusi dal Miur sull’anno scolastico appena iniziato parlano di oltre 7.800.000 di studenti arrivati sui banchi, di cui più di 746.000 stranieri e 217.000 con disabilità. L’organico risulta invece formato da oltre 751.000 docenti, di cui circa 120.000 per il sostegno.

Esaminando queste cifre, Dario Ianes, docente di pedagogia speciale presso l’Università di Bolzano e co-fondatore delle Edizioni Centro Studi Erickson, riflette su come promuovere una scuola che sia inclusiva, ma anche stimolante nel valorizzare le differenze ai fini di un lavoro didattico quotidiano che aiuti, oltre alla crescita dei singoli, quella del gruppo.

Professor Ianes, quando gli insegnanti descrivono le loro classi spesso si esprimono così: «Quest’anno ho tre BES, due DSA e un 104…». Cercare e valorizzare le differenze negli alunni è una faticosa scelta di civiltà, di cultura e di politica di cui si parla e discute spesso, ma in concreto come possono gli insegnanti affrontare, ogni giorno, le differenze che caratterizzano i loro alunni?

«Credo che il tema delle differenze tra gli alunni si dovrebbe affrontare a diversi livelli. A un primo livello è importante capire se alunni diversi hanno modalità differenti di sviluppare quei processi che li porteranno a dei risultati simili, congruenti con le aspettative. Per esempio: stili cognitivi, velocità, o modalità differenti di lavoro, ma anche motivazioni, emozioni, auto-percezioni diverse.
La didattica inclusiva si fonda su questo primo caposaldo: cercare, trovare, comprendere, utilizzare, valorizzare e celebrare tutte le differenze individuali. Quelle innocue e quelle scomode. Il secondo caposaldo della didattica inclusiva è la differenziazione delle attività didattiche: in uno stesso momento alunni diversi fanno cose diverse, anche tutti gli alunni e anche cose molto diverse, addirittura in luoghi diversi. Le nostre classi inclusive devono somigliare a una barca da regata, dove ogni membro dell’equipaggio svolge un ruolo diverso, ma tutti sono necessari a raggiungere l’obiettivo comune».

Per esempio, quale può essere un obiettivo comune di questa “barca da regata” a cui dovrebbe assomigliare sempre più una classe inclusiva di qualità?

«Un obiettivo comune può essere progettare e realizzare la gita di istruzione oppure imparare a eseguire con padronanza divisioni a due cifre: in entrambi i casi possiamo realizzare possibilità di apprendimento e partecipazione differenziate più o meno creative. Anche nel caso delle divisioni, con stazioni di lavoro che stimolano processi di apprendimento con modalità o difficoltà diverse, che l’alunno percorrerà in funzione del suo personale percorso, fatto di tempi, modi e complessità diverse».

Quindi, riprendendo la metafora della navigazione, nella didattica inclusiva l’alunno ha un ruolo attivo e l’insegnante agisce come “skipper”?

«Sì, esatto. In una didattica inclusiva tutti gli alunni hanno una destinazione che li attende e a cui vogliono arrivare insieme. E ciascuno ha, responsabilmente, un suo personale ruolo e obiettivo, che lo attende ogni mattina, un timone da imparare a manovrare dolcemente o una vela da saper piegare in pochi secondi, prima che cada in mare. L’insegnante/skipper vede tutto e tutti, ma dà sempre più autonomia e deve riuscire anche a scendere in cabina a fare un pisolino. Un vero skipper/insegnante fa navigare l’equipaggio e sarà felice quando, di notte, qualcuno dei suoi allievi si sveglierà un minuto prima di lui, sentendo il vento cambiare».

In occasione della Giornata mondiale degli insegnanti, Dario Ianes affronterà il tema “Una didattica inclusiva attraverso l’analisi della compresenza didattica” nel corso di un webinar gratuito in diretta lunedì 5 ottobre, a partire dalle ore 17:30. «Più aumenterà la consapevolezza delle differenze individuali tra gli alunni, più sarà chiara la percezione dell’inadeguatezza di una didattica standard, rigorosamente uguale per tutti», conclude Ianes.

Un tema caldo che sarà al centro della decima edizione del Convegno internazionale «La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale» in programma a Rimini il 13, 14 e 15 novembre.

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