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A seguito, infatti, dell’approvazione del regolamento avvenuta qualche mese fa e dopo il via libera da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze per la copertura finanziaria, pare si debba fare marcia indietro in quanto necessarie alcune modifiche su determinati aspetti.
COME AVVERRA’ LA FORMAZIONE?
In primis, così come specificato dal ddl di Stabilità, la formazione che seguirà il concorso verrà interamente gestita dal Ministero dell’Istruzione e non dalla SNA – Scuola Nazionale dell’Amministrazione. Nel caso in cui non dovessero venire ritoccati i contenuti rispetto a quanto già fissato nella precedente bozza, il corso di formazione selettivo sarà mirato a sviluppare adeguate competenze per valutare il contesto esterno alla scuola, i rapporti con i soggetti esterni ed interni, l’analisi della progettualità formativa nonché dell’intera gestione organizzativa, compresi gli aspetti sociali, pedagogici, psicologici, giuridici, finanziari ed informatici del sistema scolastico.
Sono previste, durante lo svolgimento del corso, valutazioni in itinere volte a far accedere all’esame conclusivo, sempre tenendo conto del punteggio ottenuto. I veri vincitori che andranno così a formare la graduatoria di merito (stilata sulla base della somma dei punteggi dell’esame intermedio e finale) saranno proprio coloro che supereranno l’esame sui contenuti del corso.
COME CAMBIANO I REQUISITI PER ACCEDERE AL CONCORSO?
Secondariamente, un altro ritocco dovrebbe investire i requisiti richiesti per accedere al concorso. Già nel mese di maggio circolava la voce secondo cui avrebbero potuto accedere al concorso tutti gli insegnanti di ruolo, abrogando il vincolo che richiedeva 5 anni di ruolo; mentre in una bozza precedentemente circolata si stabiliva un vincolo di 5 anni di servizio, anche pre-ruolo.
Dunque la soluzione che si prospetta consentirebbe a tutti i docenti, in maniera svincolata dalla data di immissione in ruolo, di poter accedere al concorso. Tale soluzione, tuttavia, potrebbe essere rivista, nonostante non sia ancora stato deciso con quale modalità.
I PRECARI POTRANNO ACCEDERE AL CONCORSO?
Nulla di fatto, invece, per chi sperava che anche i precari della scuola potessero accedere al concorso. Nessuna apertura sembra infatti delinearsi per questa categoria, pur a fronte di quanto stabilito dalle sentenze dei tribunali e nonostante quanto rammentato recentemente dall’ANIEF (Associazione Sindacale Professionale) che, tornando sul tema, ha ribadito come anche i precari debbono poter liberamente accedere al concorso.
Per tutti questi motivi, dunque, è necessario che il regolamento torni in Parlamento per ottenere un nuovo parere, anche se non vincolante.
COME CAMBIERANNO LE PROVE? TEST D’INGRESSO, PROVA SCRITTA, PROVA ORALE
In tema di prove, invece, non sembrano prospettarsi cambiamenti rispetto a quanto già stabilito. Viene previsto un test d’ingresso soltanto nel caso in cui il numero degli aspiranti al concorso superi di tre volte la quantità dei posti disponibili. Pare che il test sarà basato sulla corretta conoscenza del sistema scolastico nazionale, sia sotto il profilo organizzativo-gestionale, che dal punto di vista normativo.
I test riguarderanno anche la conoscenza dei sistemi scolastici attinenti agli altri Paesi dell’Unione Europea. Pare, inoltre, che il test non prevederà quesiti di cultura generale, vertendo invece su possibili domande d’informatica e concernenti la conoscenza della lingua straniera (competenze richieste alla prova orale).
Si conferma, poi, la previsione di un’unica prova allo scritto e di una prova all’orale, alle quali seguirà la valutazione dei titoli.
COME FUNZIONERANNO I PUNTEGGI PER DIVENTARE DIRIGENTE?
Vi sarà, da quanto emerso dall’ultima bozza, una prova pre-selettiva: il numero di candidati che saranno ammessi sarà di cinque volte quello dei candidati da ammettere al corso-concorso selettivo di formazione dirigenziale. Seguirà, poi, una prova scritta che sarà valutata come positiva nel caso il punteggio raggiunto non sia inferiore a 21/30. Infine, la prova orale che sarà considerata superata soltanto con punteggi non inferiori a 21/30.
Per quanto riguarda, invece, i titoli, si rammenta che il punteggio massimo da assegnare a questi ultimi non potrà superare i 20 punti, e verrà rimessa alla tabella allegata al bando la precisazione di quali titoli saranno considerati valutabili.
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