Ma vediamo nel dettaglio che effetto ha in termini economici l’applicazione della nuova rivalutazione annuale delle pensioni.
Lo Speciale Riforma pensioni
Rivalutazione pensioni 2019: variazione percentuale
Innanzitutto, si ricorda che il 26 novembre 2018 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Interministeriale 16 novembre 2018 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, recante il “Valore della variazione percentuale, salvo conguaglio, per il calcolo dell’aumento di perequazione delle pensioni spettante per l’anno 2018 con decorrenza dal 1° gennaio 2019, nonché il valore definitivo della variazione percentuale da considerarsi per l’anno 2017 con decorrenza dal 1° gennaio 2018”.
Tale Decreto ha stabilito che, dal 1° gennaio 2019, è previsto un aumento delle pensioni dell’1,1% a causa del meccanismo della c.d. “perequazione automatica” dell’importo all’inflazione, vale a dire al costo della vita, stimata dall’ISTAT.
Per quest’anno, quindi, come è accaduto per il 2018, vi è un aumento degli assegni pensionistici dell’1,1%.
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Rivalutazione pensioni 2019: perequazione automatica
Il motivo per il quale milioni di pensionati a partire dal mese di gennaio 2019 godono dell’aumento pensionistico, è attribuibile principalmente al meccanismo di perequazione. In sostanza, si tratta di una rivalutazione dell’importo pensionistico legato all’inflazione. Dunque, grazie alla perequazione – che è automatica – l’importo degli assegni previdenziali viene adeguato all’aumento del costo della vita come indicato dall’ISTAT. In questo modo, lo Stato tutela tutti quei pensionati che a causa dell’aumento del costo della vita avranno un minore potere d’acquisto. Per quest’anno, come specificato, l’indice è risultato pari all’1,1%.
Tuttavia, la rivalutazione dell’1,1% non si applica in maniera indistinta per tutti i pensionati, ma si differenzia in base all’importo dell’assegno percepito, in funzione dei meccanismi di rivalutazione.
Rivalutazione pensioni 2019: come funziona
Fino al 31 dicembre 2018, vigeva un sistema di rivalutazione suddiviso in cinque scaglioni. Siccome tale meccanismo non è stato prorogato, sarebbe dovuto subentrare nuovamente il sistema previsto dalla L. n. 388/2000. Tuttavia, esclusivamente per il triennio 2019-2021, il legislatore ha previsto nella Legge di Bilancio 2019 (L. n. 145/2018) che una nuova disciplina della perequazione automatica dei trattamenti pensionistici.
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Si prevedono aliquote decrescenti, relative ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a 9 volte il trattamento minimo, come di seguito indicato:
- 100% (come attualmente previsto) per i trattamenti pensionistici il cui importo complessivo sia pari o inferiore a 3 volte il trattamento minimo INPS;
- 97% (in luogo dell’attuale 95%) per i trattamenti pensionistici il cui importo complessivo sia superiore a 3 volte e pari o inferiore a 4 volte il predetto trattamento minimo;
- 77% (in luogo dell’attuale 75%) per i trattamenti pensionistici il cui importo complessivo sia superiore a 4 volte e pari o inferiore a 5 volte il trattamento minimo;
- 52% (in luogo dell’attuale 50%) per i trattamenti pensionistici il cui importo complessivo sia superiore a 5 volte e pari o inferiore a 6 volte il trattamento minimo;
- 47% (in luogo dell’attuale 45%) per i trattamenti pensionistici il cui importo complessivo sia superiore a 6 volte e pari o inferiore a 8 volte il trattamento minimo;
- 45% per i trattamenti pensionistici il cui importo complessivo sia superiore a 8 volte e pari o inferiore a 9 volte il trattamento minimo;
- e 40% per i trattamenti di importo complessivo superiore a quest’ultimo limite.
Quanto appena descritto significa che:
- fino a 1.522,26 euro, è garantita la rivalutazione piena (1,1%);
- oltre 1.522,26 euro e fino a 2.029,68 euro, si applica il 97% della rivalutazione (1,067%)
- oltre 2.029,68 euro e fino a 2.537,10 euro, si applica il 77% della rivalutazione (0,847%);
- oltre 2.537,10 euro e fino a 3.044,52 euro, si applica il 52% della rivalutazione (0,572%);
- oltre 3.044,52 euro e fino a 4.059,36 euro, si applica il 47% della rivalutazione (0,517%);
- oltre 4.059,36 euro e fino a 4.566,78 euro, si applica il 45% della rivalutazione (0,495%);
- oltre 4.566,78 euro e fino a 4.569,28 euro, si applica il 40% della rivalutazione (0,44%).
Rivalutazione 2019: esempi di calcolo
Alla luce del predetto meccanismo di rivalutazione delle pensione, per l’anno 2019, si avranno i seguenti aumenti mensili sui trattamenti previdenziali:
Importo 2018 | Aumento mensile | Importo 2019 |
1.000 euro | 11 euro | 1.011 euro |
1.500 euro | 16,50 euro | 1.516,50 euro |
2.000 euro | 21,34 euro | 2.021,34 euro |
2.500 euro | 21,18 euro | 2.521,18 euro |
3.000 euro | 17,16 euro | 3.017,16 euro |
3.500 euro | 18,10 euro | 3.518,10 euro |
4.000 euro | 20,68 euro | 4.020,68 euro |
4.500 euro | 22,28 euro | 4.522,28 euro |
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