Con il D.L. 4/2019 risulta evidente la convenienza di un importo fisso per ogni anno di corso di laurea, con l’effetto di incrementare gli anni di contribuzione, ma anche l’assegno, anche se (poiché si versa meno) in misura minore rispetto al riscatto ordinario.
“Riscatto laurea agevolato 2019: chi resta escluso dall’opzione”
Riscatto ordinario
La modalità ordinaria di riscatto del corso legale degli studi universitari, è accessibile ai lavoratori dipendenti iscritti alle Gestioni Inps a condizione che il lavoratore abbia già un contributo accreditato nella Gestione.
La Gestione separata consente il riscatto solo per periodi di studio collocati dopo il 31 marzo 1996. Non si possono riscattare periodi già coperti da contribuzione obbligatoria, e chi ha svolto lavori anche occasionali durante il periodo di studio, potrà riscattare solo gli anni di laurea esclusi i periodi già oggetto di contribuzione.
Relativamente ai costi (articolo 2, D.lgs 184/1997) questi variano in base a quando si colloca il periodo di studi, nello specifico se questo si colloca in un periodo di competenza del metodo di calcolo pensionistico retributivo, sarà determinato in base alla cosiddetta “riserva matematica”.
Vi può essere anche un metodo misto il quale per i periodi prima del 1996 che ricadono nel metodo di calcolo retributivo, il riscatto del periodo di laurea corrisponderà a un valore pari all’incremento generato dal riscatto sulla pensione liquidata dalla Gestione. Tale valore viene moltiplicato per un coefficiente determinato sulla base di: sesso, età e stato del cittadino.
Per i periodi di competenza del metodo contributivo il calcolo del riscatto degli anni collocati dopo il 1995 viene stabilito un sistema “a percentuale”.
L’onere viene determinato risalendo alle ultime 52 settimane di contributi da lavoro effettivo, e applicando al relativo imponibile previdenziale un’aliquota pari al 33-34%.
Il riscatto nel sistema retributivo incrementerà la pensione guardando alle ultime retribuzioni, rendendo l’operazione talvolta molto conveniente, anche in relazione alla possibilità di mutare il metodo di calcolo del soggetto (da misto a retributivo qualora vengano raggiunti i 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995). Ricordiamo che il riscatto è deducibile dal punto di vista fiscale.
Riscatto a forfait per gli inoccupati
Per coloro che non hanno mai lavorato né versato contributi, è previsto un riscatto determinato in modo forfettario pari al 33% dell’imponibile figurativo del reddito minimo della Gestione artigiani e commercianti (per il 2019 pari a 15.878 euro).
Tale riscatto prevede un onere fisso di 5.240 euro per ogni anno di laurea. Se il richiedente è fiscalmente a carico di un altro soggetto, questi potrà detrarre al 19% la spesa del riscatto.
Gli inoccupati hanno questa facoltà dal 2008, ma possono farlo anche per i corsi di laurea ante 1996 collocati nel periodo retributivo. In ogni caso l’onere è conteggiato con il sistema a percentuale. La circolare Inps n. 29/2008 ha precisato che la valutazione del periodo a fini pensionistici sarà anch’essa di tipo contributivo ed i periodi così riscattati non daranno luogo al passaggio dal sistema contributivo a quello misto.
Nuovo riscatto agevolato laurea 2019
Il nuovo riscatto agevolato previsto dall’articolo 20 del D.L. 4/2019 (Conv. nella Legge n. 26 del 28 marzo 2019), rende disponibile la facoltà di riscatto ad un importo “bloccato” a 5.240 euro per ogni anno (inizialmente per chi aveva meno di 45 anni, poi in sede di conversione estendendo tale possibilità a tutti).
Gli anni di studio dovranno collocarsi a partire dal 1996 trovandosi così nel periodo di competenza del metodo di calcolo contributivo (Non occorre che il richiedente non abbia contributi prima del 1996).
Il costo del riscatto per i periodi da valutare col sistema contributivo è dunque forfettario, non è “agganciato” ad una retribuzione o reddito, ma al minimale artigiani e commercianti (15.710 euro per il 2018) a cui applicare l’aliquota di finanziamento della gestione previdenziale dei lavoratori dipendenti pari al 33%, rapportando il tutto al periodo da riscattare.
Ipotizzando una rivalutazione dell‘1,1% il minimale per il 2019 sarà pari a 15.883 euro moltiplicato il 33% = 5.241 euro.
Dunque il costo di un anno di riscatto è nel 2019 pari a 5.241 euro. (Per due anni si pagherà 10.482 euro e così via).
L’aliquota da utilizzare è quella degli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria per i lavoratori dipendenti, pari al 33%, anche se il riscatto dovesse essere chiesto da un professionista iscritto alla gestione separata o da un artigiano iscritto nella gestione speciale dei lavoratori autonomi, situazioni che prevedono un’aliquota di computo più bassa (rispettivamente del 25% e del 24%).
Riscatto laurea agevolato 2019: onere deducibile
L’onere è deducibile fiscalmente per il calcolo delle imposte anche se la norma non lo afferma esplicitamente e può anche essere rateizzato in 120 rate mensili.
Considerato ad esempio un soggetto che nel 2019 ha 45 anni con una laurea quinquennale dal 1996 al 2000, un imponibile di 60.000 euro (ultime 52 settimane), e una aliquota IVS vigente del 33%.
Con il metodo ordinario il costo di un anno di riscatto sarà pari a 19.800 (60.000 x 33%), per un totale del costo del riscatto pari a 99.000 euro (19.800 x 5).
Con il nuovo metodo il costo annuale sarà di 5.241 (15.883 x 33%), per un totale di 26.207 euro.
Un soggetto di 30 anni con un corso di laurea di tre anni, ed un imponibile di 17.000 (ultime 52 settimane) con il metodo ordinario avrà un costo annuale di 5.610, con il metodo agevolato sempre un costo di 5.241 annuale.
Gli anni riscattati varranno sia per il diritto pensionistico (avvicinando la possibilità di percepire la pensione anticipata), ma anche per la misura dell’assegno, che aumenterà di meno rispetto all’onere ordinariamente calcolato.
I destinatari sono sono gli iscritti al Fondo pensioni lavoratori dipendenti e alle gestioni speciali del Fondo stesso per i lavoratori autonomi e agli iscritti ai fondi sostitutivi ed esclusivi dell’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità la vecchiaia ed i superstiti ed alla gestione separata.
Si ricorda che i periodi del corso di laurea corrispondenti ai periodi retributivi sono riscattabili senza limiti di età e con altre regole relativamente alla determinazione del costo, basato sul criterio della riserva matematica (art. 2 comma 4 D.Lgs. 184/1997)
Tali periodi partono per la generalità degli assicurati dal 1° gennaio 1996, mentre solo per coloro che hanno almeno 18 anni di anzianità contributiva al 31.12.1995 il metodo contributivo risulta applicabile a partire dal gennaio 2012, in sintesi i periodi retributivi sono:
- fino al 31 dicembre 1995 per chi aveva accreditato a questa data meno di 18 anni di contribuzione;
- fino al 31 dicembre 2011 per chi aveva accreditato a questa data almeno 18 anni di contribuzione.
Un soggetto che nel 2019 compie 62 anni e ha 40 anni di contribuzione di cui 20 anni ante 1996, avrà la pensione retributiva fino al 31 dicembre 2011 e contributiva dal 2012 in poi.
Supponendo che abbia frequentato senza lavorare tre anni di università negli anni 1998-2000 e l’ultimo anno nel 2001 da occupato. Può riscattare solo i primi tre anni, e Il riscatto riguarda periodi da valorizzare per il sistema retributivo.
Esempi concreti di Riscatto laurea agevolato
Vediamo qualche esempio concreto di riscatto laurea agevolato.
Esempio 1. Metodo ordinario
Relativamente al metodo di calcolo ordinario, il costo derivante dal calcolo del riscatto della laurea non è fisso, ma cambia in base all’ultimo imponibile reddituale del lavoratore. In linea generale il riscatto della laurea risulta più conveniente quanto prima viene fatta la richiesta, ovvero prima che la retribuzione raggiunga importi alti.
Luca Gialli è un impiegato di 30 anni con un reddito annuo di 25.000 euro, che vuole riscattare il suo corso di studi universitario nel periodo post 1996, dovrebbe versare 8.250 euro (25.000 x 33% Aliquota IVS) per ogni anno di riscatto.
Quindi 33.000 euro per i corsi di laurea di 4 anni (durata legale) e 41.250 per i corsi di cinque anni (durata legale).
Se Luca facesse la richiesta di riscatto all’Inps più in avanti, quando ad esempio ha raggiunto una retribuzione annua di 50.000, il costo verrebbe raddoppiato e ogni anno di riscatto avrebbe un valore di 16.500 euro (50.000 x 33%).
Volendo fare un raffronto con il nuovo sistema agevolato, in presenza dei requisiti previsti (ovvero considerando il periodo di vigenza del sistema contributivo), e prendendo in considerazione l’ultimo caso con il reddito di 50.000 euro (Imponibile delle ultime 52 settimane), per un corso di studi della durata legale di 5 anni dopo il 1996 (data di entrata in vigore del metodo contributivo), presentando la domanda nel 2019, il costo annuale sarebbe di (5.240 euro x 5 anni) = 26.200, al posto di (16.500 x 5) = 82.500.
Esempio 2. Copertura parziale per i periodi “a cavallo”
Mario Rossi è un lavoratore di 44 anni con un corso di laurea quadriennale effettuato nel periodo 1994-1997, il periodo di studio comprende due anni precedenti al periodo agevolato (1994-1995) e due che invece vi rientrano a pieno (1996 e 1997).
Secondo quanto previsto dalla Legge 335/1995, dal 1996 entra in vigore il sistema contributivo, pertanto anche alla luce della circolare Inps 36/2019, nel caso descritto è possibile richiedere il riscatto agevolato forfettario solo nelle due annualità accademiche successive al 1995.
Gli anni precedenti (1994 e 1995) saranno comunque riscattabili, con il metodo ordinario. Presentando domanda nel 2019 per i due anni successivi al 1995 l’importo forfettario da pagare sarà: (15.878 x 33%) = 5.240 annui.
Si ricorda che il versamento potrà essere rateizzato, i richiedenti potranno spalmare il costo su dieci anni, con dodici pagamenti annuali. Inoltre come accade per la forma ordinaria del riscatto, le somme versate sono soggette a deducibilità integrale dal reddito d’impresa o lavoro autonomo.
Esempio 3. Riscatto per gli inoccupati
Giulia Bianchi è laureata. Ha concluso il corso di studi in ingegneria, ha 24 anni e ha appena iniziato uno stage. Per riscattare la laurea non lavorando, e di conseguenza non essendo iscritta ad una gestione Inps, non potrà beneficiare del riscatto agevolato, ma potrà accedere al riscatto previsto per gli inoccupati.
L’onere dei periodi da riscatto è costituito dal versamento di un contributo, per ogni anno da riscattare, pari al livello minimo imponibile annuo degli artigiani e commercianti moltiplicato per l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche dell’assicurazione generale obbligatoria (vigente nell’anno di presentazione della domanda) per il 2019 (15.878 x 35%) = 5.240 euro, importo corrispondente al costo annuo per il riscatto agevolato.
Se Giulia risulta fiscalmente a carico di un genitore quest’ultimo potrà detrarre al 19% dalla propria imposta lorda l’onere di riscatto sostenuto in quell’anno di imposta.
Esempio 4. Cassa professionale e Inps
Guido Verdi è un avvocato iscritto all’università dal 1996 al 2000, nel 1993 ha avuto un contratto part-time in un esercizio commerciale, con relativo versamento dei contributi Inps.
Lo stesso può riscattare integralmente il periodo di studi (in quanto post 1996) sia sul versante dell’ Inps (riscatto tradizionale o agevolato) sia su quello della Cassa forense.
Relativamente alla Cassa forense il riscatto sarà calcolato con il metodo della riserva matematica, il riscatto agevolato Inps prevedrà invece un costo fisso di 5.240 euro per ogni anno di studio (se non sovrapposto a contributi obbligatori da lavoro esercitato contemporaneamente).
Il professionista potrà a fine carriera, esercitare il cumulo contributivo gratuito e accedere a una pensione anticipata (fino al 2026 pari a 42 anni e 10 mesi di contributi con 1 anno di meno per le donne) utilizzando ciascuna delle due contribuzioni, che concorreranno con metodo pro quota alla definizione dell’assegno previdenziale a seconda della contribuzione.
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