In particolare, questo è quanto è avvenuto a seguito della attenzione mediatica conferita alla Ordinanza del Magistrato di Sorveglianza di Lecce dott. Tarantino che ha liquidato una somma simbolica in favore di un detenuto tunisino che lamentava le incivili condizioni di detenzione, a causa del sovraffollamento della Casa Circondariale di Lecce.
Certo l’argomento è complesso e tocca numerosi punti di discussione tanto da sollecitare, secondo le differenti prospettazioni, sdegno, preoccupazione ,soddisfazione o speranze.
Tralasciando a priori il sempre deprimente panorama dei commenti politici, vorrei esemplificativamente citare due fonti che certamente possono a buon diritto vantare titolo di esprimersi in ragione di una diretta e puntuale informativa dell’universo inframurario.
Ovvero il grido di allarme di un sindacato della Polizia Penitenziaria, che, per bocca di Eugenio Sarno, segretario generale del sindacato penitenziario Uil-Pae, paventa i catastrofici effetti di una possibile class action dei detenuti “che affollano le degradate e degradanti carceri italiane», con ulteriori aggressioni ai già limitati fondi ministeriali , oppure il moderato ottimismo di chi da anni segue il desolante panorama dell’universo carcerario in Italia, e fra questi Patrizio Gonnella.
In realtà la nota ordinanza non ha quel carattere così radicalmente innovativo ed anzi, sotto certi aspetti, è fortemente contraddittoria in punto motivazionale e certamente deludente sul piano dell’afflato umanitario.
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