Più precisamente, si apprende dalla nota diffusa dall’Istituto di previdenza che 2,5 milioni di documenti sono stati direttamente scaricati dal sito istituzionale dell’Inps, quasi un milione sono stati inviati per posta dietro richiesta avanzata al numero verde da parte dei diretti interessati o dei rispettivi familiari, 800 mila certificati sono stati poi ritirati presso le sedi territoriali dell’Istituto, 8,5 milioni sono stati consegnati dai vari intermediari (Caf, professionisti, Enti di Patronato, e così via), infine i restanti 300 mila sono stati distribuiti attraverso gli altri canali rappresentanti (spoartelli postali aderenti a Reti amiche, sportelli mobili Inps, posta certificata, etc.).
I risultati distributivi, per il momento, e nonostante le polemiche causate dall’avvento del modello telematico subentrante al classico formato cartaceo possono pertanto valutarsi come positivi. “Il bilancio di quest’anno, a fine marzo, -trapela soddisfazioneil direttore generale dell’Istituto previdenziale Mauro Nori– nonostante la novità introdotta e i disagi denunciati, è migliore dell’anno scorso quando solo alla fine di aprile, tramite l’invio postale, raggiungemmo con il Cud i 18 milioni di pensionati”.
Tuttavia la recente riforma responsabile dell’introduzione della modalità di rilascio online sembra ancora non rappresentare il principale canale diretto per i cittadini, sostitutivo alla posta tradizionale, essendo stato utilizzato il sito dell’Inps per l’ottenimento del Cud soltanto dal 19% della platea contribuente, nel 65% dei casi i pensionati hanno preferito infatti affidarsi agli intermediari alternativi, i quali ancora detengono una prevalenza netta rispetto alla procedura telematica.
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