A dare fiato alle trombe, ieri, lo stesso ministro della Pubblica istruzione Stefania Giannini che, ospite al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, ha anticipato alcuni contenuti della riforma, poi ripresi con tanto di indiscrezioni aggiuntive dai maggiori quotidiani.
Così, a poche ore dal Consiglio dei ministri che riaprirà ufficialmente i lavori del governo dopo la paura estiva, si conoscono già alcune delle linee guida che andranno a comporre quello che, comunque, non sarà né un disegno di legge né, tanto meno, un decreto. L’esecutivo dovrebbe limitarsi, per ora, a diramare le coordinate principali attraverso cui dovranno muoversi le politiche scolastiche dei prossimi anni, che dovranno essere attuate a partire dall’anno a venire, una volta che la nuova legge di stabilità 2015 sarà in archivio e i fondi da destinare alla scuola assicurati..
La riforma della scuola 2014
Supplenze. Secondo quanto emerge dalle volontà del Miur, pare che uno dei possibili approdi del restyling scolastico sia proprio la cancellazione delle supplenze, al fine di cambiare i termini di ragionamento nell’ambito delle riserve di personale, “in termini di organico funzionale e non di organico di diritto che si distingue dall’organico funzionale”, secondo le parole dello stesso ministro. “Vogliamo abolire il precariato e le supplenze che non servono né a chi le fa né a chi le riceve”, ha proseguito Stefania Giannini. Possibile, in questo senso, che vengano riviste se non addirittura eliminate le graduatorie provinciali, che comprendono 400mila aspiranti docenti.
Nuovo contratto docenti. Malgrado la fretta del governo, però, nel presentare le direttive, i contratti non saranno toccati almeno fino al 2015. Da allora, però, dovrebbe iniziare il processo di discussione del nuovo patto lavorativo, con la definizione di nuove figure professionali, e affidando a docenti mansioni particolari di coordinamento tra le classi e tra i programmi didattici. Sembra comunque tramontata l’idea di avviare i tre gradi di carriera tra gli insegnanti, cioè ordinari, esperti e senior.
Sponsor. Una delle novità che dovrebbero figurare nel provvedimento del governo, e che sta già facendo parecchio discutere, è la possibilità di introdurre i capitali privati nell’ambito del budget scolastico. “Bisogna uscire dallo stereotipo che il emrcato è nemico della scuola”, ha tagliato corto il ministro.
Formazione docenti. Confermata anche la volontà di introdurre come obbligatorio l’aggiornamento degli insegnanti, con particolare attenzione alle Clil, cioè l’insegnamento delle lingue straniere, così come alla diffusione nelle aule delle nuove tecnologie.
Scuole professionali. Si sta pensando di avviare una riforma degli istituti alla formazione professionale sul modello tedesco, al fine di recuperare i 4 milioni e mezzo di giovani italiani inattivi, che non studiano né lavorano. La via prescelt aè quella di implementare le possibilità di stage e di maggiori investimenti delle imprese private negli istituti, al fine di finanziare i laboratori e le occasioni di crescita degli studenti.
Scuola superiore. Il ciclo dei licei durerà quattro anni e non più cinque, al fine di mattersi in pari con l’età in cui i giovani dei partner europei entrano in università. Una misura che, comunque, ammette il ministro, non potrà essere immediata e potrà entrare in vigore solo tra qualche anno.
Esame di maturità. Tra le linee guida, verranno diffuse le coordinate attraverso cui riscrivere l’esame di Stato delle scuole superiori, che arriverà a comprendere, per tutti, anche la lingua inglese tra le materie obbligatorie.
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