Ancora, non è certo se all’assemblea dei ministri fissata per domani, venerdì 29 agosto, sia in arrivo solo un documento programmatico o qualche atto concreto di legge. Certamente, da come emerge nelle ultime ore, il governo avrebbe già stilato le priorità di intervento sul fronte scolastico, che dovranno tenere fede alle linee guida in via di adozione dal Cdm.
Come spiegato già nei giorni scorsi, gli ambiti di intervento su cui il governo promette di intervenire sono molteplici: dalla riforma dei cicli scolastici, alle modifiche sulle procedure di reclutamento, all’ammodernamento della didattica, finanche alla possibilità di rivedere gli esami di maturità.
Ecco le ultime sulla riforma della scuola
Secondo quanto trapela dai corridoi del Miur, da una parte verranno presentate le nuove misure sul fronte contrattuale e sindacale di professori e personale Ata, mentre, dall’altra, si concentreranno le modifiche alle prove finali di scuole di primo e secondo grado: in sostanza, i nuovi esami della scuole medie o superiori.
Assunzioni. Circola senza freni la cifra dei 100mila professori in via di inserimento: la cifra, per quanto apparentemente esagerata, non si scosta molto dalle stime che, già nei mesi scorsi, il Miur ha messo in conto di dover apportare nei ranghi dei docenti, entro i prossimi tre anni. L’obiettivo del governo è arrivare all’inserimento di più insegnanti possibile entro il primo settembre 2015.
L’idea della Giannini è quella di abolire le graduatorie un passo dopo l’altro, confermando un concorso all’anno con metà dei posti riservati ai precari, lo stop definitivo alle supplenze e una selezione in base all’anzianità. Peccato, però, che nelle liste di attesa ministeriali, siano presenti circa 600mila docenti.
A oggi le sole schiere delle graduatorie a esaurimento contano più di 150mila iscritti: tra questi, si partirà necessariamente dai vincitori senza cattedra, coloro che hanno superato il passato concorso 2012 senza però ottenere il riconoscimento del posto fisso. Si tratta di novemila immissioni.
Ci sono, poi, i plotoni delle graduatorie di istituto, con circa 470mila membri in attesa di una cattedra, che non verrebbero accontentati, però, prima di tre o quattro anni. Aperta la possibilità per coloro che appartengono alla terza fascia, di svolgere un anno di abilitazione alla professione, mentre, per tutti gli altri l’ingresso a scuola andrebbe completato entro il 2017. Si tratta ancora di un disegno abbozzato, che prenderà forme più definite a partire da domani, ma lascia già intravedere come, senza un adeguato contrappeso di pensionamenti, sarà quasi impossibile assicurare a tutti i giovani aspiranti docenti un posto in aula.
Esami. Novità in vista anche per gli esami di maturità, dunque, che potrebbero vedere fortemente ridisegnata la seconda prova – quella specifica per tipologia di istituto – con una possibile armonizzazione dei calendari, visto che, da quest’anno, i test di ingresso a numero chiuso si svolgono in primavera, cioè prima delle prove conclusive dei licei. Non sono escluse anche modifiche all’esame di terza media, che richiederebbe, nelle modalità attuali, uno sforzo eccessivo per studenti appena quattordicenni.
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