Per saperne di più si consiglia lo speciale RIFORMA PENSIONI: TUTTE LE NOVITÀ IN VIGORE DAL 2017
Ecco di seguito le principali novità.
Pensione anticipata dal 1° maggio
L’Ape, l’anticipo pensionistico entrerà in vigore il 1° maggio avendo a disposizione nella Legge di Stabilità per la copertura 7 miliardi in 3 anni.
Pensione anticipata a carico del lavoratore
L’Anticipo pensionistico volontario, che si ricorda è da 63 anni di età, con 3 anni e 7 mesi di anticipo sull’età pensionabile e che rimane a carico del lavoratore, necessita di 20 anni di contributi e implica il pagamento di una rata di restituzione del prestito pari a un taglio medio del 4,6% per ogni anno di anticipo sulla pensione.
In pratica, il costo massimo dell’Ape volontario potrà arrivare fino al 20% sulla pensione percepita per 20 anni.
Pensione anticipata a costo 0
Il cosiddetto Ape social, che è a carico dello Stato, necessita, dal un lato, di 30 anni di contributi se si è disoccupati, invalidi o se si hanno parenti di 1° grado con disabilità grave; dall’altro, invece, richiede 36 anni se si è in costanza di rapporto di lavoro di tipo gravoso e usurante.
Il reddito lordo massimo, con riguardo a queste categorie, è di 1.500 euro; nel caso in cui il reddito sia maggiore si deve versare una rata corrispondente alla porzione in eccedenza.
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L’Ape sociale, come anticipato, rimane circoscritto alle categorie dei disoccupati, disabili e lavoratori che svolgono attività usuranti (si ricorda che è necessario aver svolto lavori usuranti per almeno metà dell’attività lavorativa o per almeno 7 anni negli ultimi 10 di lavoro). A queste sono state aggiunti anche i seguenti lavoratori:
– operai del settore dell’edilizia;
– macchinisti;
– scavatori;
– facchini;
– guidatori di mezzi pesanti;
– maestre delle scuole dell’infanzia;
– alcune categorie di infermieri (non solo quelli di sala operatoria).
Ape social: le ultime novità
La Legge di Stabilità 2017, a differenza di quanto stabilito nel corso dell’ultimo incontro di venerdì del sottosegretario alla Presidenza, Tommaso Nannicini, con i sindacati confederali, innalza da 1.350 euro lordi mensili a 1.500 euro (sempre lordi) la soglia di reddito pensionistico necessaria per poter avvalersi dell’Ape social.
Il fatto che sia stata accresciuta di 1 miliardo nel prossimo triennio la dote prevista per l’intero pacchetto previdenza, che così passa da 6 a 7 miliardi di euro, implica effetti diretti anche sul primo anno di attuazione del nuovo strumento di pensione anticipata attraverso il prestito pensionistico, prevedendo da destinare all’Ape social ben 400 milioni in più rispetto a quanto annunciato inizialmente.
Pensione anticipata a carico del datore di lavoro
E’ invece a carico del datore di lavoro il cosiddetto Ape imprese che, nell’ambito di ristrutturazioni aziendali, viene applicato quale incentivo alla pensione anticipata, implicando un’agevolazione fiscale che, in parte, arrivi a compensare il costo del trattamento.
Rimane tutto invariato, infatti, quanto previsto per l’Ape di mercato e per l’Ape sui processi di ristrutturazione aziendale. Se si parla di uscita dal mondo del lavoro volontaria, il costo dell’Ape, come rate del prestito da rendere mensilmente per 20 anni, sarà del 4,6-4,7%.
Il datore di lavoro, per quanto riguarda le ristrutturazione aziendali, potrà contribuire sia totalmente che parzialmente alla copertura del costo della pensione anticipata, dietro accordi con i sindacati.
Lavoratori Precoci
Ai cosiddetti lavoratori precoci, ossia chi ha almeno 12 mesi di contributi versati prima dei 19 anni di età, viene data la possibilità andare in pensione anticipata con 41 anni di contributi, in maniera svincolata dal requisito anagrafico nel caso siano disoccupati oppure facciano parte della platea dei beneficiari dell’Ape social (quota 41).
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Riforma pensioni: le altre misure del pacchetto previdenza
1) A partire dal 2019, possibilità di accedere alla pensione anticipata prima dei 62 anni di età senza la penalizzazione sull’assegno percepito.
2) Con riguardo alle pensioni minime, è prevista l’estensione della quattordicesima ai pensionati fino a 2 volte il minimo (1.000 euro al mese), attualmente riservata soltanto ai trattamenti fino a 1,5 volte il minimo, ossia 750 euro al mese, con un innalzamento dell’assegno per chi già lo riceve.
3) Previsto anche un innalzamento della cosiddetta no tax area a 8.125 euro per i pensionati che hanno più di 75 anni di età.
4) Prevista la RITA (rendita integrativa anticipata) per consentire di poter riscattare la pensione complementare e così incassare una rendita temporanea nel periodo mancante alla pensione.
4) Al fine di sfruttare il TFR accantonato in azienda sono anche previste specifiche agevolazioni fiscali.
5) Possibilità di applicare il cumulo dei contributi per poter raggiungere la pensione anticipata, calcolando anche il riscatto della laurea (sempre con calcolo della pensione pro-rata sulla base delle disposizioni previste dalle differenti gestioni).
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