L’uscita ha scatenato una marea di polemiche nei giorni immediatamente successivi a Ferragosto, con tanto di calcoli e ipotesi sulle ricadute di una simile manovra. Ora, però, con il Consiglio dei ministri alle porte, sembra che le pensioni siano sparite dall’agenda del governo, almeno temporaneamente.
E meno male, verrebbe da dire ai pensionati, che negli ultimi anni hanno dovuto sopportare rimedi estremi come la nuova legge Fornero che ha innalzato i requisiti o, ancora, il blocco dell’indicizzazione e, per i neo entranti, il passaggio al contributivo totale.
In tal proposito, l’ipotesi lanciata dal ministro Poletti si rifaceva proprio all’avvicinamento tra le pensioni attualmente erogate secondo il vecchio metodo retributivo e quelle, invece, che derivano dai conteggi con i criteri attualmente in vigore, che prevedono, appunto, l’entità dell’assegno in base ai contributi effettivamente versati.
Ebbene, la proposta del successore di Elsa Fornero è quella di calmierare gli assegni del retributivo e consentire, così, alle casse pubbliche di mantenere una parte di risorse, da destinare alle politiche per contrastare la formazione di nuove schiere di esodati.
Sarà stato un azzardo estivo del ministro, o forse per la mole di polemiche che si è venuta a creare, fatto sta che, a distanza di una settimana, il tema pensioni sembra momentaneamente accantonato nelle priorità del governo.
Anche il premier Matteo Renzi, con un tweet, ha elencato i prossimi appuntamenti di questi giorni, puntando il dito verso riforma della giustizia, della scuola, lo sblocca Italia e le nomine europee.
I primi tre punti sono il piatto forte del prossimo Consiglio dei ministri in programma venerdì, quello in cui avrebbe dovuto figurare qualche provvedimento per le pensioni, non solo in base alle ultime dichiarazioni, ma anche in relazione alle dichiarazioni di qualche mese fa, che davano come il comparto welfare come la priorità della seconda parte dell’anno, dopo che le politiche della maggioranza si sono concentrate su altri argomenti.
E invece, ancora una volta, i pensionati dovranno attendere pur di avere qualche novità, positiva o negativa che sia: sia per gli esodati – che attendono ancora in massa il completamento delle pratiche per le istanze di salvaguardia – che per i Quota 96 della scuola, rimasti al palo dopo la retromarcia del governo nella riforma PA, che, da ultimo, per l’intera categoria degli iscritti alla previdenza, sembra che il governo Renzi non dedichi il massimo delle attenzioni. Ma il timore, dopo le ultime uscite sui giornali, è che quando arriveranno i provvedimenti, ci sarà poco di cui esultare.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento