Riforma Pensioni: l’accordo c’è. Ecco cosa cambia subito e cosa no

Redazione 03/10/16
Dopo la siglatura avvenuta mercoledì scorso dell’accordo Governo-sindacati, a conclusione di un tavolo negoziale che è durato 4 mesi, sulla Riforma Pensioni, sono diverse le misure annunciate a correzione della contestata riforma Fornero. Ma quando verranno applicate?

Per approfondire si consiglia lo speciale si RIFORMA PENSIONI: ECCO COSA CAMBIA

Di seguito si riporta il calendario con tutte le tempistiche di attuazione dei nuovi interventi in materia di pensioni.

Riforma pensioni: cosa cambia da subito?

Si tratta di quelle misure inserite nella cosiddetta Fase 1 e che, quindi, entreranno in vigore fin da subito, o meglio già a partire dalla prossima Legge di Stabilità.

Tra queste: l’anticipo pensionistico (APE), l’aumento della quattordicesima per le pensioni minime, il cumulo dei contributi, i precoci e i lavori usuranti. Vediamo nel dettaglio.

1) Pensione Anticipata

L’APE, l’anticipo pensionistico che consentirà di uscire dal mondo del lavoro volontariamente a 63 anni (anziché  a 66 anni e 7 mesi) verrà provato inizialmente in maniera sperimentale per 2 anni. Come funziona?

Il lavoratore incassa dall’INPS un prestito pensionistico, che dovrà rendere in 20 anni nel momento in cui matura la pensione. Si tratta di un trattamento sovvenzionato dalla banca (scelta dallo stesso lavoratore), con la quale si stipula, obbligatoriamente, un’assicurazione contro il rischio di morte prima della restituzione in modo tale da tutelare gli eredi.

Sarà un anticipo, invece, a carico del datore di lavoro nel caso di ristrutturazione aziendale, oppure a carico dello Stato (cosiddetto APE sociale) per quanto riguarda i lavoratori in difficoltà, quindi:

-disoccupati;

-chi ha svolto mansioni usuranti;

-chi ha problemi di salute;

-cha ha familiari disabili.

2) Pensioni minime e Quattordicesima

La quattordicesima fin da subito verrà erogata ai pensionati fino a 2 volte il minimo (ossia circa 1.000 euro al mese), ad oggi riservata invece ai trattamenti fino a 1,5 volte il minimo (ossia 750 euro al mese), predisponendo un aumento dell’assegno per chi lo percepisce già.

3) No Tax Area

Già dalla prossima legge di Bilancio verrà innalzata la cosiddetta no tax area che in questo modo arriverà a 8.125 euro per i pensionati con più di 75 anni di età.

4) Rendita integrativa anticipata

La Rendita integrativa anticipata, cosiddetta RITA, permetterà di riscattare la pensione complementare e così avere una rendita temporanea nel periodo mancante al raggiungimento della pensione. Sono inoltre previsti incentivi ed agevolazioni fiscali al fine di sfruttare il TFR accantonato in azienda.

5) Cumulo contributi

Fin da subito diventa operativa la possibilità di applicare il cumulo per raggiungere la pensione anticipata, calcolando anche il riscatto della laurea, sempre con computo della pensione pro-rata sulla base delle regole valevoli in ciascuna gestione.

6) Lavoratori precoci

Per coloro che hanno almeno 12 mesi di contributi versati prima del compimento del 19esimo anno di età e svolgono attività gravose (che saranno identificate in sede di negoziato), vien concessa fin da subito la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi, senza alcuna penalità per chi decide di ritirarsi dal lavoro prima dei 62 anni.

7) Lavori usuranti

Previsto anche l’anticipo di 12 o 18 mesi sull’attuale età pensionabile (vengono tolte le cosiddette finestre mobili) per i soggetti che hanno svolto lavori usuranti per almeno 7 anni nel corso degli ultimi 10 di vita lavorativa, o viceversa per la metà degli anni dell’intera vita lavorativa.

Previste per queste categorie anche specifiche semplificazioni burocratiche e nessun adeguamento alle aspettative di vita dal 2019, mentre per gli altri lavoratori interverrà il nuovo scatto INPS.

Riforma Pensioni: per che cosa dobbiamo attendere il 2017?

Gli altri interventi previdenziali contenuti nell’accordo tra Governo e Sindacati, facendo parte della cosiddetta Fase 2, per diventare operativi, invece, dovranno attendere il prossimo anno.

Su questi, in realtà, non è detto che non intervengano ulteriori correttivi in quanto rimane aperta la possibilità di un confronto di merito sugli interventi di Riforma della fase 2.

A partire dal 2017, in particolare, l’attenzione verrà focalizzata su sostenibilità ed equità del sistema previdenziale futuro con nuovi interventi di riforma che riguarderanno il calcolo contributivo. Questi, infatti, serviranno a rendere il calcolo più flessibile ed equo e così assicurare l’adeguatezza delle pensioni future dei giovani che hanno redditi bassi e carriere discontinue.

Tra le misure di riforma pensioni sulle quali rimane aperto il confronto abbiamo:

2a) Pensione contributiva di garanzia per le pensioni medio-basse;

2b) scaglioni previdenziali con il sistema di perequazione;

2c) rivalutazione più rappresentativa;

2d) recupero delle mancate rivalutazioni;

2e) previdenza complementare;

2f) flessibilità in uscita con una soglia minima (che oggi è a 2,8 volte l’assegno sociale) differente;

2g) lavoro di cura ai fini previdenziali;

2h) adeguamento dell’aspettativa di vita diverso per determinate categorie di lavoratori, considerando anche le sollecitazioni OCSE;

2i) separazione assistenza;

2l) previdenza ai fini statistici.

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