Si tratta, nello specifico, di quanto annunciato nelle scorse settimane in particolare dal presidente dell’Inps Tito Boeri che, a differenza dei suoi predecessori molto più silenziosi, non ha lesinato interviste e promesse per rinnovare finalmente il sistema di welfare del nostro Paese.
Del resto, non ci si deve stupire se un economista così noto e apprezzato soprattutto sul fronte dei media nazionali e dell’università, abbia una maggior dimestichezza con i mezzi di comunicazione tipici della politica e dell’informazione rispetto a quanti lo hanno preceduto.
Nelle scorse settimane, si ricorderà, sono arrivati in successione diversi annunci che hanno mandato in fibrillazione sia quanti la pensione la percepiscono già, che coloro che invece ancora non conoscono con precisione la data in cui potranno ritirarsi dal lavoro.
In particolare, il numero uno dell’Inps ha annunciato, per la categoria di quanti abbiano già in corso un trattamento Inps, la rivoluzione del calendario. Per chi invece, ancora, si trova in età lavorativa, invece, la promessa è quella di sempre, che da vent’anni torna ripetutamente di moda per poi finire nel dimenticatoio a breve distanza: la famosa “busta arancione”.
Ebbene, pare che, su entrambe le sfere, stavolta ci siamo davvero. Stando alle ultime notizie provenienti dall’ente previdenziale, ambo le misure dovrebbero partire non già, come previsto inizialmente da Boeri, nel mese di maggio, ma con un minimo ritardo nella successiva mensilità di giugno.
La data da segnare sul calendario, per oltre 2 milioni di iscritti alla gestione previdenziale, è infatti quella di lunedì 1° giugno: quel giorno, infatti, dovrebbe partire finalmente l’erogazione unificata degli assegni pensionistici dal primo giugno.
E’ stato lo stesso Boeri ad annunciare che il dialogo serrato con banche e Poste sta proseguendo proprio nel senso di voler uniformare il giorno in cui tutti i pensionati d’Italia potranno ricevere il proprio assegno mensile.
La mia pensione. Diversi e più diluiti, invece, i tempi per i lavoratori, in merito al piano che dovrebbe consentire a ogni contribuente di conoscere la stima della propria pensione in base ai contributi versati.
Per gli under 40, già il primo maggio si aprirà il canale online, accessibile sul sito dell’Inps tramite codice fiscale e codice Pin, che dovrebbe fornire tutte le informazioni previdenziali. A ruota, a giugno si aggregheranno al programma i lavoratori tra i 40 e i 50 anni e, quindi, a luglio, sarà la volta dei più anziani, cioè i più interessati direttamente a conoscere entità e possibile data di erogazione della propria pensione.
Non saranno ammessi alle simulazioni coloro che abbiano meno di 5 anni di contributi versati e, nell’area riservata di ciascun utente, si potranno trovare informazioni relative a pensione di vecchiaia o anticipata futura, la data di pensionamento e il tasso di sostituzione lordo. Per l’anno in corso, il servizio sarà appannaggio dei soli lavoratori privati, mentre in seguito toccherà anche adi agricoli, domestici e anche ai dipendenti pubblici. Per chi ha meno dimestichezza con gli strumenti tecnologici, sarà comunque possibile entrare nel proprio “conto” pensionistico anche in un ufficio Inps territoriale.
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