E’ stata l’iniziativa intrapresa da alcuni giudici e legali, dietro la rappresentanza dell’avvocato Antonino Galletti, artefici della contestazione dei decreti con i quali il presidente del tribunale di Roma il 29 marzo scorso ha avviato e parzialmente già realizzato la cessazione delle attività legate alla sede distaccata di Ostia, ad aver dato propulsione al ricorso avanzato dai magistrati amministrativi. Per l’attività della struttura del litorale, infatti, grazie alla menzionata contestazione, sia in materia civile che in quella penale, è stata fissata l’anticipazione al 1° maggio.
I ricorrenti hanno avanzato la richiesta dell’annullamento, ritenendo impropri i provvedimenti presi, proponendo come supplemento l’eccezione di illegittimità costituzionale dei medesimi, considerati lesivi di diritti ed interessi perché antitetici rispetto all’ordinamento giudiziario, oltre che contrastanti con la normativa numero 148 del 2011 e con le disposizioni della Carta costituzionale, anche e soprattutto in tema di “eguaglianza e tutela del diritto di difesa”.
Il blocco indetto dal Tar, come anticipato, ora dovrà attendere il pronunciamento nel merito della Consulta. Il dibattito, tuttavia, non si esaurisce qui. Su parere dei giudici amministrativi, infatti, i provvedimenti oggetto dell’impugnazione, visti i rispettivi effetti “potenzialmente irretrattabili” e per via dell’aggravio che vengono a determinare ai fini dell’esercizio della professione per chi ha presentato riscorso, risultano “produttivi di danno grave ed irreparabile”.
Per questa ragione dinanzi al Tar, al termine del sollevamento della questione di costituzionalità, è stata indetta un’ulteriore udienza camerale. Sono 15, fino ad ora, le ordinanze emesse dai tribunali che si annoverano tra le rimessioni dirette alla Suprema corte contestanti la soppressione delle sedi distaccate. Proprio nei giorni scorsi, l’Anai (l’Associazione nazionale avvocati italiani) ha fatto sapere che sono appena stati depositati anche i provvedimenti giurisdizionali riguardanti gli uffici di Camerino, in provincia di Macerata, e di Bassano del Grappa, provincia vicentina.
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