Durante il Consiglio dei Ministri numero 25 del 16 marzo 2023 è stato approvato, tra i vari provvedimenti, anche il disegno di legge delega contenente la nuova riforma fiscale del governo Meloni. Di seguito le parole del Presidente del Consiglio:
“L’approvazione della Delega sulla Riforma fiscale è una vera e propria svolta per l’Italia. È una riforma epocale, strutturale e organica: una rivoluzione attesa da 50 anni con importanti novità a favore di cittadini, famiglie e imprese. Con il nuovo Fisco delineiamo una nuova idea di Italia, vicina alle esigenze dei contribuenti e attrattiva per le aziende. La Riforma contiene una visione complessiva e programmatica che premia la lealtà e la responsabilità del contribuente, gettando le basi per un nuovo rapporto di fiducia con il Fisco. Grazie alla Riforma del sistema fiscale abbassiamo le tasse, aumentiamo la crescita e l’equità, favoriamo occupazione e investimenti.“
Il primo punto della nuova riforma fiscale riguarda l’Irpef: dopo il passaggio da 5 a 4 attuato dal governo Draghi, è prevista una nuova riduzione a 3 aliquote Irpef. A questo si aggiungerà una revisione delle tax expenditures, ovvero tutto il sistema di esenzioni fiscali, detrazioni, crediti e aliquote agevolate previsto dal nostro attuale sistema fiscale.
Ma non sarà solo l’Irpef a essere rimaneggiata dalla nuova riforma: il progetto del governo è quello di una riforma strutturale per “riordinare tutto il sistema tributario“.
La bozza della legge delega approvata in CdM è divisa in 5 parti e contiene 22 articoli. Vediamo nei prossimi paragrafi i punti principali della nuova riforma fiscale.
Indice
Riforma fiscale: passaggio a 3 aliquote IRPEF
Come anticipato, uno dei punti principali della nuova riforma fiscale sarà il passaggio da 4 a 3 aliquote Irpef. L’obiettivo è quello di ridurre l’imposizione fiscale, “nella prospettiva della transizione del sistema verso l’aliquota impositiva unica“, e per farlo si andrà a rivedere anche il sistema delle detrazioni.
Già lo scorso anno si era avuta una riduzione da 5 a 4 aliquote Irpef, dopo la mini-riforma della Legge di Bilancio 2022. In particolare, le aliquote attualmente in vigore sono le seguenti:
- 23% per i redditi fino a 15 mila euro;
- 25% per i redditi oltre 15 mila e fino a 28 mila euro;
- 35% per i redditi oltre 28 mila e fino a 50 mila euro;
- 43% per i redditi oltre 50 mila euro.
Tra le varie ipotesi che si rincorrono in questo momento la più condivisa è quella che vorrebbe il raggruppamento dei primi due scaglioni sotto l’aliquota del 23%, andando a favorire tutti quei redditi che si trovano tra 15mila e 28mila euro che vedrebbero l’aliquota tagliata di 2 punti percentuali. Si andrebbe quindi verso un sistema con le seguenti tre aliquote:
- 23% per i redditi fino a 28 mila euro;
- 35% per i redditi oltre 28 mila e fino a 50 mila euro;
- 43% per i redditi oltre 50 mila euro.
Riforma fiscale: cambiano le detrazioni
Se si abbassano le tasse è possibile rivedere tutto il sistema delle tax expenditures, in modo da trovare le risorse per la riforma. Secondo quanto si legge nel comunicato stampa che ha seguito il CdM, il progetto è quello di perseguire l’equità orizzontale attraverso:
- l’individuazione di una unica fascia di esenzione fiscale e di un medesimo onere impositivo a prescindere dalle diverse categorie di reddito prodotto, privilegiando, in particolare, l’equiparazione tra i redditi di lavoro dipendente e i redditi di pensione;
- il riconoscimento della deducibilità, anche in misura forfettizzata, delle spese sostenute per la produzione del reddito di lavoro dipendente e assimilato;
- la possibilità per tutti i contribuenti di dedurre i contributi previdenziali obbligatori in sede di determinazione del reddito di categoria e, in caso di incapienza, di dedurre l’eccedenza dal reddito complessivo;
- l’applicazione, in luogo delle aliquote per scaglioni di reddito, di un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e relative addizionali con aliquota agevolata su una base imponibile commisurata all’incremento del reddito del periodo d’imposta rispetto al reddito di periodo più elevato tra quelli relativi ai tre periodi d’imposta precedenti, con possibilità di prevedere limiti al reddito agevolabile e un regime particolare per i redditi di lavoro dipendente che agevoli l’incremento reddituale del periodo d’imposta rispetto a quello del precedente periodo d’imposta;
- la conseguente complessiva revisione delle tax expenditures (attualmente 600 voci e 125 miliardi di spesa).
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Riforma fiscale: cambiano anche Ires e Irap
Come anticipato, non sarà solo l’Irpef a cambiare: il governo vorrebbe superare l’Irap, istituendo contestualmente “una sovraimposta IRES tale da assicurare un equivalente gettito fiscale, per garantire il finanziamento del fabbisogno sanitario, nonché il finanziamento delle Regioni che presentano squilibri di bilancio sanitario ovvero che sono sottoposte a piani di rientro.“
Per quanto riguarda l’Ires, potrebbe essere in arrivo un taglio per tutte quelle imprese che decidono di impiegare le risorse in investimenti e in nuove assunzioni. In questo caso, a differenza di quanto avviene ordinariamente per la fruizione degli incentivi fiscali, sarà possibile accedere alla riduzione dell’aliquota Ires prima di effettuare gli investimenti. Questi dovranno però essere operati entro i due periodi d’imposta successivi a quello nel quale è stato prodotto il reddito assoggettato a imposizione con l’aliquota ridotta.
Riforma fiscale: revisione dell’Iva
Altra importante misura dovrebbe riguardare la revisione dell’Iva. Si legge nella bozza di legge delega che il governo dovrà revisionare l’Iva perseguendo diversi obiettivi, tra cui:
- rendere i presupposti dell’imposta più aderenti alla normativa europea;
- rivedere le operazioni esenti;
- razionalizzare misura e numero delle aliquote;
- revisionare la disciplina della detrazione.
L’importanza di razionalizzare le aliquote per renderle conformi alla normativa europea risiede sia nella possibilità di inserire l’aliquota zero per alcuni beni di prima necessità, sia nella possibilità di rivedere le aliquote per prodotti simili che in questo momento sono diverse.
Riforma fiscale: lotta all’evasione
Oltre alla revisione delle tax expenditures, il modo più importante attraverso cui trovare le risorse per la riforma è quello della lotta all’evasione fiscale. I mezzi con i quale il governo intende intervenire sul tax gap soaranno:
- la piena utilizzazione dei dati che affluiscono al sistema informativo dell’anagrafe tributaria, il potenziamento dell’analisi del rischio, il ricorso alle tecnologie digitali e alle soluzioni di intelligenza artificiale, nel rispetto della disciplina eurounitaria sulla tutela dei dati personali,
- il rafforzamento del regime di adempimento collaborativo, ovvero mediante l’aggiornamento e l’introduzione di istituti, anche premiali, volti a favorire forme di collaborazione tra l’Amministrazione finanziaria e i contribuenti;
- il pieno utilizzo dei dati resi disponibili dalla fatturazione elettronica e dalla trasmissione telematica dei corrispettivi, nonché la piena realizzazione dell’interoperabilità delle banche dati, nel rispetto della disciplina eurounitaria sulla tutela dei dati personali;
- l’eliminazione di micro-tributi per i quali i costi di adempimento dei contribuenti risultano elevati a fronte di un gettito trascurabile per lo Stato.
Riforma fiscale: quando arriverà
Secondo quanto previsto dal governo, il disegno di legge delega dovrebbe approdare in Parlamento tra la fine di marzo e i primi di aprile. Entro 24 mesi dall’approvazione della legge in parlamento, spetterà a uno o più Decreti legislativi l’attuazione della riforma fiscale targata Meloni.