Riforma del lavoro, oggi l’esame in Consiglio dei ministri

Redazione 23/03/12
Sarà il Consiglio dei ministri a scegliere il veicolo normativo con cui portare la riforma del lavoro in Parlamento. Lo ha detto ieri  il ministro del Welfare, Elsa Fornero, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, alla fine dell’ultimo incontro con le parti sociali prima del via libera previsto per oggi. “C’e’ molta impazienza e incertezza – ha spiegato – ma nemmeno questa sera vi consegneremo un documento, non l’abbiamo consegnato alle parti sociali” perche’ quello messo a punto nella riunione “e’ un documento di policy che domani (oggi, ndr) sarà portato in Consiglio dei ministri, discusso e fatto proprio dal Cdm. In seguito il Consiglio dei Ministri sceglierà il veicolo normativo per portare una proposta di legge nella formulazione che si riterrà opportuna per l’approvazione in Parlamento”. E i tempi per il varo definitivo saranno “brevi”, anche se “non brevissimi” ma se sarà messa la fiducia “è prematuro dirlo”.

Contratto a progetto

Il governo vuole “professionalizzare” il lavoro a progetto, e renderà il contratto meno conveniente dal punto di vista economico. “Vogliamo ridurre quella parte che in realtà e’ lavoro subordinato. Tale obiettivo e’ perseguito con disincentivi sia normativi sia contributivi”, ha detto Fornero.

Co.co.pro. e partite Iva

Su flessibilità contratti co.co.pro, partite Iva, lavoro committente e somministrato ci saranno restrizioni per evitare abusi. Il governo proporrà norme per impedire di nascondere rapporti di lavoro subordinato. Il ministro ha anche fatto degli esempi: quando il rapporto di lavoro duri più di sei mesi nell’arco di un anno, quando i ricavi ammontino a più del 75% dei corrispettivi (anche avendo più di un committente) e quando il lavoratore abbia una postazione di lavoro presso il committente.

Licenziamenti economici

Il governo non torna invece indietro sui licenziamenti economici: nella riforma non sarà prevista la possibilità del reintegro: resta escluso per i licenziamenti dettati da motivi economici. Una precisazione dovuta alla frase pronunciata dal premier Mario Monti al tavolo, ovvero che saranno evitati “abusi” sul fronte dei licenziamenti economici. Fonti di governo spiegano che da sempre, nella riforma del governo, il lavoratore che viene licenziato per motivi economici poteva fare causa all’azienda sostenendo che il licenziamento è in realtà discriminatorio. In questo caso, toccherà al lavoratore l’onere della prova, e solo se riuscirà a dimostrare che il licenziamento è appunto discriminatorio potrà essere reintegrato. Ma a quel punto la fattispecie è appunto quella del licenziamento discriminatorio, non più quello economico. Questo perchè, ribadiscono dal governo, non può essere il giudice a decidere se un’azienda ha delle buone ragioni economiche per il licenziamento, ma può solo stabilire se il licenziamento è discriminatorio. L’intenzione del governo è dunque semplicemente quella di spiegare meglio questa possibilità, senza modificare la sostanza del provvedimento.

Esodati

Secondo quanto emerso, l’esecutivo aprirà nei prossimi giorni un confronto con i sindacati sugli esodati, che per effetto delle nuove norme previdenziali rischiano di restare senza lavoro e senza pensione.

Aspi

“L’Aspi (Assicurazione sociale per l’impiego) partirà dal prossimo anno. C’e’ anche il mini Aspi per i lavoratori un po’ più giovani”, ha dichiarato il ministro aggiungendo che sugli ammortizzatori sociali l’intenzione del governo e’ che “si passi da qualcosa che e’ limitato a qualcosa che noi vogliamo che diventi universale”.

Statali e articolo 18

“Il ministro Fornero ha la responsabilità del mercato del lavoro, il ministro Patroni Griffi ha la responsabilità della Funzione pubblica: non era in mio potere, non era nel mio mandato. Questo non vuol dire che non interverremo, ma non tocca a me”, ha risposto il ministro ad una domanda sull’ipotesi che la modifica dell’articolo 18 riguardi anche i lavoratori statali. “Il governo valuterà cosa va fatto sul pubblico impiego ma sono ordinamenti diversi, non si possono applicare pari pari le norme. Ma questo non vuol dire che non si interverrà sul pubblico impiego, vuol dire che se ne occuperà Patroni Griffi”, ha chiarito Fornero.

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