Riforma del condominio, ecco come cambieranno conti e pagamenti

Redazione 21/11/12
La riforma del condominio convertita ieri in legge al Senato non è solo un nuovo inizio per quanto riguarda la detenzione degli animali domestici in appartamento, o, sul fronte più amministrativo delle norme, delle nuove procedure assembleari.

Ciò che tocca più da vicino i residenti in strutture plurime è, in verità, come e se cambieranno le abitudini sul controllo dei conti e la gestione delle spese condominiali, sia private che comuni.

E la riforma in questione adotta non poche modifiche ai regolamenti vigenti, cercando di rendere più operose le decisioni degli organi collegiali e, insieme, favorendo un incremento della trasparenza nella rendicontazione della spese sostenute.

Innanzitutto, con la riforma del condominio appena diventata legge, viene sancita la nuova era della pubblica esposizione di tutti gli oneri sostenuti a nome dell’ente di residenza. Per cominciare, il bilancio del condominio andrà redatto in uno stile più affine a quella di una vera e propria realtà aziendale.

Sarà l’amministratore, che non è necessariamente identificabile in una persona fisica, a dover aprire il conto corrente intestato al condominio stesso e aggiornare, nel contempo, il registro di contabilità.

In applicazione di questa modifica, è stato specificato che l’edificio dovrà dotarsi di un apposito sito web, con relativa area riservata cui i residenti potranno accedere tramite password personale.

Nella sezione “criptata” del portale, l’amministratore dovrà mettere a punto tutti i resoconti di spesa e i bilanci a consuntivo e finali dell’ente, in tempo reale rispetto alla loro realizzazione, cosicché tutti gli inquilini possano tenersi aggiornati sui movimenti sostenuti a nome della struttura.

I condomini, da parte loro, potranno chiedere di rivedere il resoconto presentato dall’amministratore e, in caso di maggior necessità di sorveglianza, potranno accordarsi e istituire un consiglio ad hoc con funzioni consultive in materia contabile.

Quindi, una parte poco nota, ma molto importante, della nuova riforma della vita in comune è certamente quella che identifica le nuove vie per la gestione della morosità condominiale.

Come sciogliere i nodi di chi protrae una condotta di mancato assolvimento delle spese condominiali? La nuova normativa individua anche la possibilità, per l’amministratore, di ricorrere in giudizio al fine di ottenere i saldi preventivati e questo anche senza attendere l’ok da parte dell’assemblea degli inquilini.

In aggiunta, viene stabilito che l’acquirente di un immobile andrà ritenuto responsabile con la controparte del locatore per eventuali debiti insoluti. Dal canto suo, però, qualora il venditore non adempia alla tempestiva segnalazione del passaggio di proprietà, sarà accollato degli oneri condominiali successivi alla definizione del rogito.

Interessanti, in ultima analisi, le sanzioni inserite nella nuova riforma del condominio contro i residenti molesti, che passano dalla cifra risibile di 0,052 euro a 200, con innalzamento a 800 per i recidivi.

Altra eventualità prevista dalle normative di fresca conversione, è quella di sospensione del condòmino, anche laddove il regolamento non lo espliciti chiaramente, dai servizi a godimento separato. Secondo la nuova formulazione dell’articolo 63 del codice civile, infatti, l’inquilino che non abbia sostenuto i versamenti degli oneri condominiali per almeno un semestre verrà esautorato dalla fruizione di tali prestazioni.

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