Riflessione semiseria sul concetto giuridico di bontà natalizia

A Natale dobbiamo essere tutti più buoni. Basta vedere le strade della città illuminate ed i presepi e gli alberi addobbati nelle piazze e scatta l’onere di una maggiore cordialità, delicatezza, indulgenza, comprensione ed altruismo.

Per chi passa tutto l’anno a districarsi tra leggi, circolari, note esplicative e faq, non si tratta di una verità così semplice ed immediata.

Cosa s’intende per Natale?

La dottrina prevalente ritiene che non si tratti della sola giornata del 25 dicembre ma che bisogna fare riferimento a tutto il periodo di vacanze natalizie. Nessuno, però, sa esattamente quando inizia e quando finisce tale periodo.

Si potrebbe fare riferimento alle classiche settimane di vacanze scolastiche (dal 23 dicembre al 6 gennaio) ma il giurista chiederebbe subito se trova applicazione il principio “dies a quo non computatur in termino, dies ad quem computatur” secondo il quale nel computo dei termini il giorno iniziale (cd. dies a quo) non si computa, mentre va computato il giorno finale (cd. dies ad quem).

Altro dubbio nasce sul fatto se trattasi di termini perentori od ordinatori e su quale sia la sanzione nel caso in cui non si rispetti la scadenza.

Se sei un operatore del diritto che lavora per un ente locale, la tua domanda perversa sarà quella relativa alla norma di riferimento. Inizierà la ricerca spasmodica di una legge, di un decreto, di una circolare esplicativa che sancisca in maniera chiara e perentoria qual è il presupposto normativo.

I più avvezzi ai social network porranno la domanda su facebook, aspettando che qualcuno indichi quell’articolo che definisce il periodo natalizio. I più attenti proporranno subito le loro soluzioni per via interpretativa, immediatamente contraddetti da altri che ipotizzeranno interpretazioni altrettanto convincenti.

A complicare la vita arriverà l’esperto in materia di valutazione del personale che esigerà la preventiva definizione di un indicatore di “bontà“ che sarà diverso a seconda che si tratti di “bontà percepita” o “erogata”. Il passo successivo, a suo giudizio, sarà l’individuazione dei “customer” da intervistare in base ai “test di customer”.

Il calcolo del coefficiente di bontà sarà un problema posto dall’esperto in gestione del personale che ipotizzerà di determinare la capacità di assunzione di affabilità.

Dovrai essere più buono entro la fine dell’anno finanziario, in una misura pari al 75% del tasso di bontà ricavato dalla media del triennio 2011-2013, ma solo se hai dimostrato di aver risparmiato sui regali il 25% rispetto al triennio precedente, altrimenti la maggiore bontà si incrementa del 35% sulla media del tasso annuale di bontà, rilevato dall’Istat.

Certo non si potrà prescindere dall’inserire l’obbligo di bontà nel piano per la prevenzione della corruzione.

Nell’attesa dell’emanazione di apposite linee guide dell’Autorità nazionale, previa pubblicazione di un documento di consultazione sul quale gli stakeholder potranno formulare le proprie osservazioni in ordine alle indicazioni contenute, i Responsabili della prevenzione provvederanno a mappare i rischi che possono corrompere la bontà richiesta, dirottandola verso forme più o meno aspre di cattiveria.

Tra i fattori di rischio individuati, ne sono stati indicati alcuni particolarmente insidiosi: i mercatini, le vetrine, i regali per tutta la famiglia, la moglie impegnata nello shopping, Inter-Milan il 27 dicembre, il gatto vicino all’albero di Natale, il cinepanettone, l’amico che fa ambo, terzo, quaterna, cinquina e tombola, mentre tu chiedi se è uscito il 53 per segnare il primo punto sulla cartella.

La questione sembrava semplice ma gli operatori del diritto hanno scovato tutti i problemi che la disciplina configura.

C’è chi proporrà di chiedere un parere alla Corte dei conti, chi si chiederà se l’obbligo trova diretta applicazione anche nelle regioni a statuto speciale, chi scriverà un regolamento sperando che il Consiglio comunale non lo stravolga con emendamenti insensati (cosa che puntualmente avverrà), chi chiederà di inviargliene una copia per adottarlo anche nel proprio Comune e chi aspetterà la proroga che verrà chiesta dall’Anci ed accordata dal Governo, dopo l’acquisizione del parere Stato-Città.

C’è chi troverà divertenti queste considerazioni semiserie, sviluppatesi per gioco su una pagina facebook frequentata in prevalenza da segretari comunali, e chi le troverà oltremodo stupide e persino offensive per la classe dei burocrati degli enti locali che svolgono un lavoro sempre più complesso e reso difficile da grandinate di norme non sempre chiare e coerenti. C’è chi sorriderà nel vedere citata la propria riflessione e chi sarà indispettito per questo.

Comunque la pensiate, nei vostri giudizi cercate di essere buoni, in fondo è Natale.

Luciano Catania

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