In un comunicato trasmesso dall’OAM e dalla sotto sezione ad accesso pubblico presente sul sito del medesimo organismo, si evince che i soggetti iscritti al Registro ammontano a 3.017; soggetti esercenti l’attività di compro oro in poco più di 5.250 sedi operative dichiarate. Inoltre, una statistica più precisa calcolata dall’Organismo degli Agenti e mediatori, rivela che gli iscritti sono divisi a metà tra persone fisiche e persone giuridiche e tra “attività di compro oro prevalente” e “attività di compro oro secondaria”; in termini percentuali, rispettivamente, il 57 % contro il restante 43%.
Solo il 2% delle istanze totali presentate ad OAM sono state rigettate; ciò è avvenuto alla luce sia dell’irregolarità degli allegati, sia a causa della mancata presentazione dell’attestazione rilasciata dalla Questura territorialmente competente circa il possesso e la perdurante validità della licenza di Pubblica Sicurezza. Ad ogni modo, tali soggetti respinti potranno ripresentare la domanda di iscrizione una volta in possesso di tutti i requisiti necessari, ivi compresa la “attestazione” della Questura.
Tuttavia, il comparto dei soggetti esercenti l’attività di compro oro, estremamente frammentato e composto da operatori aventi ciascuno specifiche peculiarità, strutture e caratteristiche, è ben più ampio e articolato; i dati ufficiali, infatti, non rispecchiano le aspettative iniziali che facevano sperare nell’iscrizione di circa 15 mila sedi commerciali operative.
E’ ovvio che questo dato non è da riferirsi esclusivamente ai “Compro Oro” che, secondo quanto diffuso dall’Associazione A.N.T.I.C.O., si attestano tra le 7 mila e le 8 mila unità, ma anche ai Gioiellieri, Gemmologi, Artigiani Orafi e altri intermediari del commercio che hanno, da anni, affiancato alla propria precipua attività, anche il commercio di preziosi usati.
A livello nazionale, inoltre, sul podio delle Regioni che hanno registrato il più alto numero di sedi operative dichiarate, si possono trovare Lombardia, Lazio e Piemonte ciascuna con il 17, 10 e 9 % del totale delle sedi iscritte. Ciò a conferma dell’alta concentrazione demografica presente in queste regioni, nonché della maggiore propensione al recepimento della disciplina Antiriciclaggio di settore.
Un altro dato importante fornito dall’ “Organismo Agenti e Mediatori”, è rappresentato dalla percentuale di iscrizioni al “Registro Compro Oro” ad opera degli Operatori Professionali in Oro di cui alla L. 7/2000, regolarmente censiti nell’apposito Albo presso Banca d’Italia.
Nonostante il MEF (Ministero dell’economia) abbia ampiamente chiarito in una sua Nota che, l’iscrizione al Registro diviene obbligatoria anche per l’Operatore Professionale in Oro (a prescindere dalla denominazione o dall’esercizio prevalente o secondario dell’attività di compro oro) che esercita l’attività di compravendita, ovvero permuta di oggetti preziosi usati, hanno provveduto all’iscrizione al Registro presso OAM solo il 60% degli Operatori Professionali in Oro iscritti a Banca d’Italia; dunque, si preme sottolineare che qualsiasi operatore commerciale, ivi compreso l’O.P.O., che acquista e/o vende preziosi usati, rientra tra i soggetti obbligati all’iscrizione presso il Registro degli Operatori Compro Oro.
Infine, proprio in riferimento alle mancate iscrizioni da parte di tali soggetti, è opportuno considerare che i Nuclei di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza, nel verificare l’omessa iscrizione al Registro, dispongono, in virtù dei poteri a loro conferiti, le sanzioni penali che prevedono una reclusione da sei mesi a quattro anni e una multa che va da € 2.000 a € 10.000.
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