Come noto, infatti, dalla settimana scorsa, con l’adozione da parte del fisco del parere del Garante per la Privacy, si è completato l’iter per l’entrata in vigore del sistema che, nella prima fase di sperimentazione, farà riferimento ai redditi dichiarati nell’anno 2009, dunque nei moduli fiscali compilati nel 2010.
Comunque, i contribuenti destinatari delle minacciose lettere, non devono disperare troppo: avranno tutto il tempo e le garanzie per dimostrare la regolarità della propria condotta e cogliere in fallo l’Agenzia delle Entrate.
I controlli da parte del fisco scatteranno per spese o investimenti non giustificati: lo scostamento massimo consentito è pari al 20% euro di sproporzione tra redditi dichiarati e esborsi fuori regime.
A essere sottoposte alla lente indagatrice delle Entrate, in ogni caso, saranno esclusivamente le spese certe, dunque beni intestati al contribuente, oppure spese di manutenzione, come possono essere quelle relative alla riqualificazione energetica o ristrutturazione edilizia.
Naturalmente, a finire sotto l’osservazione del fisco, non sarà una singola spesa ma, all’occorrenza, una serie di pagamenti non perfettamente cristallini, almeno nell’ottica delle Entrate.
I dati incrociati dal fisco, a questo proposito, saranno quelli della dichiarazione dei redditi sull’anno 2009, con i corrispondenti dati deducibili dalle informazioni proveniente in sede di anagrafe tributaria, partita ufficialmente nei mesi scorsi, anch’essa dopo travagliate vicissitudini. Il soggetto contribuente che verrà indagato dalle Entrate, non è altro che il nucleo famigliare corrispondente.
Così, una volta ricevuto l’avviso di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate, sarà possibile dimostrare, ad esempio, di essere titolare di un reddito esente dalla dichiarazione per legge, come titoli ereditati, oppure vincite alle lotterie.
Comunque vada, sarà possibile chiarire la propria posizione in sede di contraddittorio, che si aprirà ufficialmente rispondendo positivamente all’invito allegato alla comunicazione ufficiale. Rimarrà possibile, comunque, chiedere un rinvio dell’incontro in base alla propria disponibilità di tempo.
Compito del contribuente, allora, sarà quello di dimostrare la regolarità delle spese contestate: in tal caso, la contesa si chiuderà immediatamente. Diversamente, invece, se le spiegazioni vengono ritenute insoddisfacenti, sarà compito delle Entrate completare i controlli in maniera più approfondita, a cui seguirà nuova convocazione da parte delle Entrate. In quel caso, allora, si avrà nuovamente la possibilità di chiarire la propria posizione: nella nuova chiamata del fisco verrà indicato il maggior reddito accertabile, imposte e motivazioni, e la proposta di adesione con relative somme: chi acconsente al pagamento immediato, si vedrà riconosciuto uno sconto di pena.
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