Luglio è il mese dell’ultimo pagamento del Reddito di cittadinanza 2023, almeno per alcune categorie. Stessa cosa vale per la pensione di cittadinanza. L’erogazione, che solitamente avviene verso metà mese, sarà interrotta per gli occupabili, come era stato stabilito dalla Manovra di bilancio 2023, che ha ridotto le mensilità a sette per queste categorie.
Con il messaggio 2632 del 12 luglio, l’Inps ha precisato che a luglio si esaurisce il sussidio per una determinata platea di beneficiari. Questi da agosto non riceveranno più soldi sulla carta Rdc.
Invece altre categorie di beneficiari continueranno a ricevere l’RDC fino al 31 dicembre 2023.
Le ultime precisazioni in merito sono poi state date da Inps con una nota stampa del 28 luglio. Qui viene appunto che In occasione del pagamento dell’ultima rata di Reddito di cittadinanza ai percettori che hanno già fruito di 7 mensilità nel 2023, l’Istituto ha informato gli interessati della sospensione del beneficio, inviando loro un‘email o un sms (169 mila sms inviati da Inps).
Inoltre è stato ricordato loro che, nell’eventualità della presa in carico dei servizi sociali, la sospensione sarà revocata. Eventualità che riguarda esclusivamente le persone che versano in un particolare stato di bisogni complessi e di difficoltà di inserimento sociale o lavorativo.
E’ tutto scritto nero su bianco nel Decreto Lavoro numero 48, da poco convertito in Legge, che abolisce il sussidio per l’inserimento lavorativo erogato dal 2019 ad oggi e lo sostituisce con l’Assegno di inclusione (in vigore però da gennaio 2024) e con un altro sussidio da 350 euro a partire da settembre.
Ecco in breve cosa succede da agosto 2023: chi non riceverà più il reddito di cittadinanza e chi invece continuerà a beneficiarne.
Indice
Reddito di cittadinanza addio: cosa cambia da agosto 2023
Il mese di luglio 2023 fa da spartiacque, perché sarà l’ultima mensilità di Reddito di cittadinanza pagata dall’Inps agli attuali beneficiari. Cosa succede quindi ad agosto? Diciamo che ci sarà un mese sabbatico, in cui i sussidi all’occupazione vanno in ferie. Dopodiché si riparte il 1° settembre, mese da cui entra in vigore un nuovo strumento: il supporto per la formazione e il lavoro.
Introdotto con il Decreto Lavoro 2023, è pensato per essere una misura di attivazione al lavoro, mediante la partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive del lavoro. E’ pensata per chi dal 2024 non potrà chiedere l’Assegno di inclusione.
SUPPORTO PER LA FORMAZIONE E IL LAVORO – DA SETTEMBRE
Si tratta di un sussidio economico, che andrà in aiuto dei cittadini occupabili (ormai ex beneficiari dell’RDC), con Isee fino a 6 mila euro. L’importo è di 350 euro al mese, per massimo di 12 mensilità, con obbligo di partecipare a programmi di formazione e progetti di pubblica utilità.
Nello specifico i beneficiari sono:
– i componenti dei nuclei familiari di età compresa tra 18 e 59 anni,
– con un valore dell’ISEE familiare in corso di validità fino a 6 euro annui,
– che non hanno i requisiti per accedere al futuro Assegno di inclusione 2024.
Dal 1° gennaio 2024 sarà poi introdotta la nuova misura di reinserimento lavorativo e lotta alla povertà, l’Assegno di inclusione (articolo 1 Decreto lavoro). Viene descritta come misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli attraverso percorsi di inserimento sociale, nonchè di formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro.
ASSEGNO DI INCLUSIONE – DA GENNAIO 2024
Anche questo è un sussidio economico, condizionata alla prova dei mezzi e all’adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa.
E’ riservato ai nuclei familiari in cui è presente un minore o una persona oltre 60 anni o con disabilità.
Per approfondire il tema delle politiche di welfare e giuridiche in ottica disabilità consigliamo il libro “La tutela dei soggetti disabili” che, con taglio eminentemente pratico, opera come valido supporto ai familiari e ai professionisti che si occupano dell’assistenza e della tutela di un soggetto disabile.
Tra i beneficiari:
– cittadini italiani
– cittadini europei o loro familiari
– cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo, residenti in Italia per almeno cinque anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo
– La famiglia dovrà avere un Isee non superiore a 9.360 euro ( come per il Reddito di cittadinanza ).moltiplicati per il coefficiente di una scala di equivalenza prestabilita.
Per capirne di più leggi la Guida all’Assegno di inclusione 2024.
Reddito di cittadinanza 2023: ultima mensilità a Luglio
Detto questo, è chiaro che il Reddito di cittadinanza va in pensione, almeno per alcune categorie di cittadini. Il sussidio verrà interrotto per i soggetti occupabili, per i quali la mensilità di Luglio 2023 sarà quindi l’ultima.
L’articolo 1, comma 313 della Legge di bilancio 2023, impone infatti che dal 1° gennaio al 31 dicembre il Reddito di cittadinanza 2023 è riconosciuto nel limite massimo di sette mensilità.
In generale il pagamento avviene verso la metà del mese: tra il 16 e il 27 del mese, in base al momento in cui è stata inviata la domanda o la richiesta di rinnovo del sussidio.
Reddito di cittadinanza: chi continua a riceverlo fino a dicembre 2023
Alcuni attuali beneficiari continueranno invece a ricevere sia il Reddito sia la Pensione di cittadinanza fino al 31 dicembre 2023. Nel suo messaggio l’Inps precisa che”pur rimanendo confermata la previsione generale relativa al riconoscimento del Reddito di cittadinanza nel limite massimo di sette mensilità e, comunque, non oltre il termine del 31 dicembre 2023 (…) limite temporale non si applica per i percettori del Reddito di cittadinanza per i quali venga comunicata all’INPS la presa in carico da parte dei servizi sociali entro il suddetto termine di sette mesi, e comunque non oltre il 31 ottobre 2023. Conseguentemente, tali percettori potranno continuare a fruire del Reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre 2023.
Scaduto il termine di sette mesi di fruizione della misura, in assenza di questa comunicazione all’Inps da parte dei servizi sociali, tramite la piattaforma GePI del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, entro il termine sopra indicato e comunque non oltre il 31 ottobre 2023, l’erogazione della prestazione è sospesa e può essere riattivata, ricomprendendo le mensilità sospese, solo in esito all’avvenuta comunicazione.
In generale, il limite delle sette mensilità del Reddito di cittadinanza 2023 non si applicano per i nuclei familiari al cui interno vi siano:
- Persone con disabilità ai fini Isee;
- Minorenni;
- Persone con almeno sessant’anni di età.
In questi casi il pagamento di Rdc e Pdc continuerà fino a dicembre 2023. Dopodiché sarà del tutto abolito.
A riguardo, l’ultima nota stampa Inps dello scorso 28 luglio ha informato che gli interessati interessati hanno ricevuto una comunicazione sms o email. In questa notifica è stato ricordato loro che, nell’eventualità della presa in carico dei servizi sociali, la sospensione sarà revocata.
Quest’ultimo caso riguarda solo le persone che versano in un particolare stato di bisogni complessi e di difficoltà di inserimento sociale o lavorativo.
La presa in carico chiaramente non potrà quindi riguardare tutti i soggetti che sono già stati o potranno essere indirizzati proficuamente ai servizi per l’impiego per intraprendere percorsi lavorativi e per i quali lo stesso decreto-legge 4 maggio 2023 n. 48 (convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 2023, n. 85) ha previsto l’accesso alla nuova misura del Supporto formazione e lavoro a partire da settembre.
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