Il reddito di cittadinanza è una forma di reddito minimo garantito per i nuclei familiari che vivono sotto la soglia di povertà. Questa misura di sostegno economico varia a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare e del reddito percepito. In caso di reddito zero il reddito di cittadinanza può andare dai 780 euro per il cittadino singolo ai 1638 euro per la famiglia con 2 figli minorenni. In presenza di reddito il beneficio andrà a coprire la differenza.
A chi spetta il reddito di cittadinanza?
I beneficiari di questa misura di sostegno economico sono tutti i cittadini italiani maggiorenni. Vengono esclusi gli stranieri anche se sono in possesso di permesso di soggiorno. Anche i pensionati possono richiederlo come integrazione all’assegno di pensione percepito.
Secondo il disegno di legge del Movimento 5 Stelle, a chi è in età compresa tra i 18 e i 25 anni viene richiesto il possesso di una qualifica professionale, di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado o superiore o la frequenza di un corso di formazione.
Il ddl prevede anche la necessità dei beneficiari di iscriversi al centro per l’impiego, con la dimostrazione di impiegare almeno 2 ore al giorno per la ricerca del lavoro, di disponibilità a partecipare fino a 8 ore a settimana a progetti di utilità sociale organizzati dai Comuni e a percorsi di formazione. Dopo 3 rifiuti di offerte di lavoro proposte dai centri per l’impiego, i richiedenti perderanno il beneficio.
Ricordiamo che negli altri Paesi europei, tranne Italia e Grecia, è in vigore sotto varie forme il reddito minimo garantito. Nel nostro Paese è in vigore dal 1° dicembre scorso il Reddito di Inclusione per il quale sono già state inviate oltre 100 mila richieste.
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Il reddito di cittadinanza, se entrasse in vigore, come è stato proposto nel 2013, interesserebbe 9 milioni e mezzo di cittadini, con un costo stimato di circa 15 miliardi per le Casse dello Stato.
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