Reddito di cittadinanza Fase 2: convocazioni settembre, patto e offerte di lavoro

Paolo Ballanti 06/09/19
Partita la fase 2 del Reddito di cittadinanza. Sono scattate infatti, da lunedì 2 settembre, le prime convocazioni di coloro che beneficiano del sussidio e dovranno ora iniziare un percorso di riqualificazione professionale finalizzato all’ottenimento di un impiego.

Finora sono 704.595 coloro che hanno sottoscritto il Patto per il lavoro e hanno ricevuto la chiamata da parte dei Centri per l’impiego, la maggior parte di questi residenti al Sud.

Ma veniamo ora ai dettagli.

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Reddito di cittadinanza Fase 2: le Convocazioni

Stando a quanto riporta l’agenzia Adnkronos sarebbero 704.595 i beneficiari del Reddito di cittadinanza convocati dai Centri per l’impiego per intraprendere, assistiti dai navigator, il percorso di ricollocazione e riqualificazione professionale previsto dal Patto per il lavoro. Di questi, la maggior parte risiede al Sud:

  • 904 in Puglia;
  • 370 in Campania;
  • 158 in Sicilia.

A questo punto è naturale chiedersi: quali attività attendono i soggetti convocati e in cosa consiste la “fase 2”?

Reddito di cittadinanza: cosa è obbligatorio sottoscrivere

La cosiddetta “fase 2” prevede il coinvolgimento dei beneficiari il Reddito in tutta quella serie di attività che gli stessi si sono impegnati a svolgere nel momento in cui hanno sottoscritto il Patto per il lavoro.

Come noto, l’erogazione del Reddito di cittadinanza è subordinata a:

  • Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (Did);
  • Sottoscrizione del Patto per il lavoro e l’inclusione sociale.

L’obbligo coinvolge tutti i componenti il nucleo familiare beneficiario del Reddito che siano maggiorenni, non già occupati e non frequentanti un regolare percorso di studi o di formazione.

Did e patto per il lavoro: chi è esonerato

Sono invece esentati:

  • I beneficiari della Pensione di cittadinanza;
  • I soggetti di età pari o superiore ai 65 anni;
  • I pensionati;
  • I familiari colpiti da disabilità (si intendono coloro che hanno una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45% accertata dalle commissioni per l’invalidità civile, gli invalidi del lavoro con invalidità oltre il 33% verificata dall’INAIL, oltre ai non vedenti, sordomuti e invalidi di guerra) fatte salve le iniziative di collocamento mirato dei disabili;
  • I componenti il nucleo che abbiano carichi di cura riguardanti familiari minori di tre anni ovvero, a prescindere dall’età, soggetti colpiti da disabilità grave o non autosufficienti.

Reddito di cittadinanza fase 2: in cosa consiste il patto per il lavoro

Il Reddito di cittadinanza comporta precisi obblighi per i beneficiari. Questi devono sottoscrivere il Patto per il lavoro sono tutti coloro che hanno nel proprio nucleo familiare almeno un componente in possesso di uno dei seguenti requisiti:

  • Età inferiore ai 26 anni;
  • Assenza di un impiego da non più di due anni;
  • Beneficiario della NASPI o di altro strumento di sostegno al reddito in caso di disoccupazione involontaria ovvero che abbia smesso di beneficiarne da non più di un anno;
  • Aver sottoscritto nei due anni precedenti un Patto di servizio presso i Centri per l’impiego.

Chi non rientra nelle casistiche appena citate deve stipulare il Patto per l’inclusione sociale presso gli uffici comunali competenti per il contrasto alla povertà.

Il patto per l’inclusione può prevedere la partecipazione a progetti utili alla collettività in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni da svolgere nel territorio comunale di residenza.

In sostanza i titolari di Rdc e Carta RDC dovranno compilare un modulo, indicando i dati anagrafici e le proprie competenze lavorative, nonché esperienze pregresse e periodo di disoccupazione. La convocazione presso i Centri per l’Impiego serve per avviare la fase di collocamento professionale, dietro tutoraggio dei navigator.

Patto per il lavoro: quali obblighi?

I beneficiari del Reddito convocati nell’ambito della fase 2 dovranno svolgere tutta una serie di attività previste dal Patto per il lavoro. In particolare:

  • Collaborare con il servizio competente alla redazione del “bilancio delle competenze”;
  • Frequentare percorsi di formazione e riqualificazione professionale ovvero progetti per favorire l’auto-imprenditorialità;
  • Sostenere i colloqui psicoattitudinali e le eventuali prove di selezione finalizzate all’assunzione;
  • Ricercare attivamente un’occupazione;
  • Accettare almeno una delle tre offerte di lavoro congrue

Si considerano “congrue” le offerte:

  • Nei primi dodici mesi di fruizione del Reddito quando riguardano sedi distanti non più di 100 chilometri dalla residenza del beneficiario o comunque raggiungibili in 100 minuti con i mezzi pubblici (in caso di prima offerta), entro duecentocinquanta chilometri se si tratta di seconda offerta ovvero su tutto il territorio nazionale se è la terza.
  • Decorsi dodici mesi di sussidio è congrua un’offerta entro 250 chilometri dalla residenza del beneficiario se si tratta di prima o seconda proposta, ovvero collocata su tutto il territorio nazionale se invece è la terza;
  • In caso di rinnovo del Reddito di cittadinanza è congrua l’offerta sull’intero territorio nazionale, anche se è la prima.

Se nel nucleo sono presenti persone con disabilità, la distanza tra residenza e sede di lavoro non può eccedere i 250 chilometri sia che si tratti di terza offerta di lavoro che di rinnovo del sussidio.

> Rinuncia al reddito di cittadinanza: come fare e cosa comporta <

Reddito di cittadinanza: assegno di ricollocazione

I soggetti che abbiano stipulato il Patto per il lavoro hanno diritto a un servizio di assistenza intensiva nella ricerca di un’occupazione della durata di sei mesi, prorogabili per lo stesso periodo. L’ammissione al servizio comporta la sospensione del Patto.

Il sistema si basa sul riconoscimento di un assegno per ottenere l’assistenza alla ricollocazione da parte dei Centri per l’impiego o di altri soggetti accreditati.

Salvo diverse disposizioni, l’assegno di ricollocazione sarà in vigore fino al 31 dicembre 2021.

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Reddito di cittadinanza

L’introduzione del Reddito di Cittadinanza ha dato corpo e struttura alla svolta intrapresa dal nostro Paese nelle politiche di contrasto alla povertà avvenuta con l’avvio del Reddito di Inclusione. Più che di una svolta, si è trattato di una vera e propria rivoluzione epocale, paragonabile alla creazione del Servizio Sanitario Nazionale e alla chiusura dei manicomi. Una rivoluzione frutto di un lungo percorso di sperimentazioni e battute di arresto che ha visto protagonisti governi di diverso colore negli ultimi venti anni, e che si inserisce in un contesto culturale, quello italiano, ancora molto legato all’idea di aiuto come di una mera erogazione monetaria dallo Stato e ancora poco preparato, forse, alle logiche del “contrasto alla povertà”, della “condizionalità”e della “inclusione attiva”.Sulla nuova misura è stato detto tutto e il contrario di tutto, da politici, giornalisti, opinionisti, esperti, generando confusione non solo tra i cittadini, ma anche tra gli stessi tecnici e tra gli operatori.La finalità di questo manuale è illustrare e spiegare la nuova misura nella sua globalità, sistematizzando in chiave tecnico/professionale tutte le informazioni e le conoscenze necessarie per una corretta interpretazione dell’impianto stabile e della struttura normativa di riferimento, con particolare riferimento alle innovazioni introdotte e alle ricadute operative e organizzative sui territori e gli Enti locali, pubblici e privati: questo è infatti il taglio che ha guidato l’esposizione dei vari argomenti, anche quelli all’apparenza solo di stretto interesse degli utenti finali. Più nello specifico, l’obiettivo degli autori è fornire agli operatori della formazione professionale, dei servizi di orientamento, delle agenzie per il lavoro, dei servizi sociali e dell’assistenza alle persone in condizione di svantaggio sociale, tutti gli strumenti di base per una piena comprensione dei dispositivi normativi connessi ad ampio raggio al Reddito di Cittadinanza. Nicoletta Baracchini Giurista esperta di legislazione sociale e sanitaria. Consulente ANCI in materia di ISEE e componente del gruppo ministeriale sull’attuazione dell’ISEE. Collabora con Regioni ed Enti locali per le normative in materia di organizzazione, regolamentazione e valutazione di servizi pubblici. Emilio Gregori Partner e senior consultant di Synergia e docente di Statistica presso l’Università L. Bocconi di Milano. Si occupa di analisi di sistema per i servizi sociali; svolge consulenza e attività di formazione relativamente alla programmazione e pianificazione territoriale delle politiche sociali e delle misure di contrasto alla povertà. Giovanni Viganò Partner e senior consultant di Synergia e docente di Metodi Quantitativi per le Scienze Sociali presso l’Università L. Bocconi di Milano. Esperto nella progettazione e implementazione di Sistemi Informativi Sociali, è stato consulente esperto per conto del Formez del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nelle aree di Lavoro Comune con INPS e Regioni per l’implementazione del SIUSS.    

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Paolo Ballanti

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