Reddito di cittadinanza 2019: quali lavori si possono rifiutare

Da 6 marzo scorso è possibile richiedere al CAF, presso gli uffici postalo o telematicamente il Reddito di cittadinanza 2019. Il sussidio economico, come più volte ribadito dal ministro del Lavoro e delle Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, non è una misura di politica passiva, poiché il percettore di Rdc sarà “guidato”, grazie all’affiancamento dei navigator, verso una nuova occupazione. Infatti, il beneficiario è tenuto a sottoscrivere un patto per il lavoro (ovvero un patto per l’inclusione sociale quando il reinserimento nel mondo del lavoro del disoccupato è particolarmente complicato), che definisce un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo.

Consulta qui la Guida al Reddito di cittadinanza 

I navigator avranno il compito di cercare un’”offerta di lavoro congrua”, mentre i disoccupati possono rifiutare al massimo tre offerte prima di perdere definitivamente l’aiuto economico. Ma vediamo meglio come funziona il patto per il lavoro, quando un’offerta può definitisi congrua e quali sono i lavori che eventualmente il percettore può rifiutare.

Reddito di cittadinanza 2019: patto per il lavoro

Per ricevere il Reddito di cittadinanza è necessario rispettare alcune “condizionalità“. In particolare, entro 30 giorni dal riconoscimento del sussidio economico, il beneficiario è convocato:

  • dai Centri per l’Impiego per stipulare il Patto per il lavoro, se nella famiglia almeno uno tra i componenti soggetti alle “condizionalità “ sia in possesso di almeno uno tra questi requisiti:
  • assenza di occupazione da non più di due anni;
  • età inferiore a 26 anni;
  • essere beneficiario della NASpI ovvero di altro ammortizzatore sociale per la disoccupazione involontaria o averne terminato la fruizione da non più di un anno;
  • aver sottoscritto negli ultimi due anni un Patto di servizio in corso di validità presso i CPI ai sensi dell’articolo 20 del decreto legislativo n. 150 del 2015;
  • dai servizi dei Comuni competenti per il contrasto alla povertà, per stipulare il Patto per l’inclusione sociale, in tutti gli altri casi.

Una volta avvenuta la convocazione, il beneficiario deve collaborare con l’operatore addetto alla redazione del bilancio delle competenze e rispettare gli impegni previsti nel patto per il lavoro, tra i quali rientra quello di accettare almeno una di tre offerte di lavoro congrue (una in caso di rinnovo).

Consulta lo Speciale Reddito di cittadinanza 

Reddito di cittadinanza 2019: patto per l’inclusione sociale

Nel caso in cui il bisogno sia complesso, entro 30 giorni dal riconoscimento del Reddito di cittadinanza, il beneficiario è convocato dai servizi dei Comuni competenti per il contrasto alla povertà, per stipulare il Patto per l’inclusione sociale.

In questo caso, i servizi dei Comuni competenti per il contrasto alla povertà procedono ad una valutazione multidimensionale del nucleo familiare al fine di avviare il percorso di attivazione sociale e lavorativa coinvolgendo, oltre ai servizi per l’impiego, altri enti territoriali competenti.

La valutazione è composta da un’analisi preliminare e da un quadro di analisi approfondito che mettono in luce bisogni e punti di forza della famiglia al fine di condividere con la famiglia gli interventi e gli impegni necessari a garantire il percorso di fuoriuscita dalla povertà che verranno sottoscritti con il Patto per l’inclusione sociale.

Reddito di cittadinanza 2019: offerta lavoro congrua 

La congruità dell’offerta di lavoro viene definita sulla base di tre principi:

  1. coerenza tra l’offerta di lavoro e le esperienze e competenze maturate;
  2. distanza del luogo di lavoro dal domicilio e tempi di trasferimento mediante mezzi di trasporto pubblico;
  3. durata dello stato di disoccupazione

In particolare, i requisiti da rispettare e che determinano la “congruità” dell’offerta di lavoro sono i seguenti:

  • contratto a tempo indeterminato (o a termine o di somministrazione di almeno tre mesi);
  • rapporto di lavoro a tempo pieno o con un orario non inferiore all’80% dell’ultimo contratto di lavoro;
  • retribuzione non inferiore a 858 euro.

Reddito di cittadinanza 2019: quante offerte di lavoro è possibile rifiutare

Con riferimento alla durata di fruizione del Reddito di cittadinanza ed al numero di offerte rifiutate, è previsto che:

  • nei primi dodici mesi di fruizione del beneficio è congrua un’offerta entro 100 chilometri di distanza dalla residenza del beneficiario o comunque raggiungibile in cento minuti con i mezzi di trasporto pubblici, se si tratta di prima offerta; entro 250 chilometri di distanza se si tratta di seconda offerta; ovunque collocata nel territorio italiano se si tratta di terza offerta;
  • decorsi dodici mesi di fruizione del beneficio è congrua un’offerta entro 250 chilometri di distanza dalla residenza del beneficiario nel caso si tratti di prima o seconda offerta, ovvero ovunque collocata nel territorio italiano se si tratta di terza offerta;
  • in caso di rinnovo del beneficio è congrua un’offerta ovunque sia collocata nel territorio italiano anche nel caso si tratti di prima offerta.

Se nel nucleo familiare sono presenti persone con disabilità, la distanza non può eccedere i 250 chilometri dalla residenza del beneficiario sia per la terza offerta di lavoro che nel caso di rinnovo del beneficio.

Reddito di cittadinanza 2019: quali lavori si possono rifiutare

Sulla base della definizione di “congruità dell’offerta di lavoro”, i percettori di Rdc possono rifiutare numerose proposte, in quanto non ritenute valide, come ad esempio, lavori stagionali, part-time, apprendisti o a chiamata.

Ma quali sono alcuni dei lavori che i percettori Rdc possono rifiutare?

Il commesso di negozio con part-time 50% ad esempio. Infatti, il CCNL Commercio-Confcommercio, livello 4, 20 ore settimanali, prevede una retribuzione mensile di 808,34 euro.

Altro lavoro che si può rifiutare è l’aiuto cuoco. Il CCNL Pubblici Esercizi, livello 6 super, 24 ore settimanali, prevede una retribuzione di 819,93 euro.

E ancora, l’apprendista parrucchiere. Il CCNL Acconciatori estetisti e barbieri, livello finale 2, 40 ore settimanali, prevede una retribuzione mensile di 828,92 euro

Si tratta di lavori che prevedono tutti un importo inferiore al tetto minimo di retribuzione mensile, che è pari a 858 euro.

Daniele Bonaddio

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento