E’ opportuno precisare che si tratta di uno strumento di autodiagnosi della propria “coerenza” fiscale, più di utilità che di indagine; infatti i dati inseriti restano noti soltanto al contribuente e non ne rimane traccia sul web. In ogni caso, è possibile in qualsiasi momento modificare o integrare le informazioni riportate. Il risultato e i dati inseriti possono essere salvati e stampati.
Il funzionamento è semplice: si inseriscono tutte le spese sostenute nel corso dell’anno fiscale e rientranti in una delle cento voci messe a disposizione del programma, e i dati relativi al proprio reddito. Le prime informazioni da inserire sono la composizione del nucleo familiare, il reddito e il comune di residenza. Successivamente, vanno indicate le spese sostenute corso dell’anno, suddividendole in 7 categorie: abitazione, mezzi di trasporto, assicurazioni e contributi, istruzione, tempo libero e cura della persona, altre spese significative, investimenti immobiliari e mobiliari.
Se alla fine si accende una luce verde, significa che il risultato risulta coerente con la nostra dichiarazione dei redditi e non ci saranno ulteriori verifiche. Se la luce è rossa, significa che il proprio tenore di vita è superiore al reddito dichiarato. Un modo per capire cosa non quadra nella propria dichiarazione dei redditi prima che lo faccia l’Agenzia delle entrate con il vero e proprio redditometro.
Come si può notare, tra le voci individuate rientra ogni aspetto della vita quotidiana, non soltanto i tipici beni di lusso. Ma ciò che assume rilievo è sapere quali sono le entrate che hanno consentito di mantenere un determinato tenore di vita. Da un lato, ci sono quelle legate al proprio lavoro, di per sé dimostrabili e dichiarate, dall’altro quelle di diversa natura che non danno adito a tassazione, ad esempio: donazioni di denaro dai genitori, piuttosto che da altri parenti; le vendite di immobili detenuti da più di cinque anni la cui entrata non aumenta la base imponibile, ma conferisce una ricchezza spendibile; i profitti provenienti dalla rendite finanziarie che, a seconda del regime adottato, potrebbero non aumentare la base imponibile della dichiarazione dei redditi, come i titoli di Stato che vengono tassati direttamente alla fonte.
In ogni caso è opportuno che il contribuente si annoti e tenga tra le proprie carte qualunque entrata ottenuta legittimamente, ma che non va dichiarata al fisco, poiché in caso di contraddittorio con l’Amministrazione Finanziaria oggetto del chiarimento non saranno solo i redditi dichiarati, ma tutta una serie di informazioni che non risultano in possesso del Fisco.
Disquisizioni a parte il redditest è uno strumento fortemente innovativo, non di repressione e di controllo ma di aiuto, che migliora il rapporto con il fisco mettendo a disposizione del contribuente uno strumento di auto diagnosi fiscale che precede il redditometro vero e proprio e consente prima di presentare la dichiarazione di capire la propria coerenza reddituale.
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