Tra le novità anche un riferimento al reato di omicidio stradale la cui possibile introduzione viene prevista da un emendamento approvato in commissione. L’annuncio viene dato dal viceministro delle Infrastrutture Nencini. “E’ una giornata importante, la aspettavo da tempo. Per la prima volta un passo in avanti per sancire la presenza del reato di omicidio stradale nel codice“, ha commentato Nencini.
“La commissione ha fatto un buon lavoro e ha risposto subito alle esigenze di velocità del governo. Ringrazio il presidente Meta e il relatore Gandolfi”, ha proseguito il viceministro delle Infrastrutture.
“Non c’è più tempo da perdere. Ci sono questioni urgenti che non possono essere rimandate. Questioni che stanno nel cuore degli italiani e di quelle famiglie che hanno perso un parente a causa di persone che si sono messe alla guida violando le norme del codice della strada. Abbiamo previsto l’ergastolo della patente. Non guidi più“, ha spiegato Nencini.
Basti pensare che solo nel 2013, sono state 114 le persone morte sulle strade per la guida spericolata dei pirati della strada. In realtà, quello di oggi è appunto solo “un passo in avanti“, come spiegato dal sottosegretario, perché le modifiche dovranno poi essere apportate al Codice penale. Dubbi misti a soddisfazione anche per l’Osservatorio il Centauro-Asaps.
“Non sappiamo se con l’introduzione del reato di omicidio stradale si abbasserà la mortalità, ma siamo sicuri che si eleverà di molto il livello della giustizia”. Ne è convinto Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, l’associazione sostenitori e amici Polstrada che è stata tra le prime promotrici della proposta per incidenti che coinvolgano conducenti con valori alcolemici elevati o sotto l’effetto di droga.
Proposte che in soli due anni hanno raccolto decine di migliaia di firme. Gli incidenti stradali mortali, a causa della guida scorretta, spesso condizionata dall’uso di alcol e droghe, sono molto numerosi. Secondo l’Asaps , nel 2013 ci sono stati 973 episodi di pirateria stradale con 114 morti e 1.168 feriti. E anche se più della metà degli autisti (il 55,8%) è stata scoperta, il 44,2% resta ignota. Una situazione che sta peggiorando, visto che nel 2012 la percentuale dei pirati identificati era più alta, attorno al 59,7%. Sul totale delle inchieste, 543 hanno portato all’identificazione del responsabile, arrestato in 146 occasioni (26,9%) e denunciato in 397.
Il procuratore generale di Roma Luigi Ciampoli rimette al parlamento le valutazioni sull’introduzione del reato di omicidio stradale, sottolineando, tuttavia, la necessità che un fenomeno doloroso, come quello delle morti provocate dai pirati della strada, “non si riduca a dotte disquisizioni giuridiche e dottrinarie”.
Il procuratore si dice favorevole alla nuova previsione di reato “purché adeguatamente formulato“. “Va posto l’accento sul gravissimo problema di quegli omicidi, in primis quelli stradali, che giuridicamente sono definiti colposi”, continua Ciampoli, ma che una volta analizzato il comportamento di chi li commette, dovrebbero essere definiti intenzionali, come nel caso in cui una persona si metta alla guida “dopo aver fatto uso di droghe o di alcol”.
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