Quota 96, la promessa: tutti in pensione dal primo settembre

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I diretti interessati sanno bene quante attese e false speranze hanno incontrato negli ultimi mesi, e, dunque, tengono i piedi per terra in attesa che tutto sia definito. Ma per i Quota 96, questa volta la soluzione sembra davvero a un passo. Dopo tanto silenzio è finalmente arrivato l’annuncio più atteso: ci sono le coperture per mandare in pensione dal primo settembre i quattromila lavoratori esclusi dalla riforma Fornero.

A dare l’ufficialità, in aula, il deputato del Partito democratico, nonché presidente della Commissione Bilancio, Francesco Boccia, il quale già nei mesi scorsi si era impegnato a risolvere il problema degli insegnanti e dipendenti Ata che avrebbero dovuto ritirarsi il primo settembre 2012.

Con due anni di ritardo, insomma, sembra che i quattromila dimenticati dalla riforma del governo Monti per un errore burocratico – non si era considerato come l’anno lavorativo per i dipendenti della scuola si concludesse il 31 agosto – andranno infine in pensione. E ciò, ovviamente, dovrebbe favorire l’innesto di nuovi docenti, tra i tantissimi ancora in attesa dopo il concorso scuola dell’ex ministro Profumo e le graduatorie ancora affollatissime.

Un piano ambizioso, quello del governo, se si considera che siamo già ai primi di luglio e la norma, per andare in porto, dovrà essere approvata prima della pausa estiva. Già da ora, infatti, il calendario delle aule parlamentari è fittissimo, con una sequenza interminabile di decreti in scadenza nel mese di agosto che andranno necessariamente convertiti, mentre il governo dovrà dividersi tra Roma e Strasburgo, con il semestre europeo alle battute iniziali.

Malgrado l’ingorgo atteso da qui a Ferragosto, Boccia avrebbe individuato anche il provvedimento giusto per introdurre la salvaguardia ai Quota 96, così come si sta cercando di fare per gli esodati. Il testo in questione non sarebbe altro che il decreto di riforma della Pubblica amministrazione, il quale, nella sua versione definitiva, dovrebbe dunque riprendere la proposta di legge delle deputate Ghizzoni (sempre Pd) e Marzana (MoVimento 5 Stelle), che abbiamo intervistato nei giorni scorsi per fare il punto sul welfare. Sembra che, a tal proposito, la convergenza sull’emendamento finirà per essere ampia, dal momento che anche lo stesso M5S ha presentato un ordine del giorno per impegnare il governo a risolvere la grana dei Quota 96 con il decreto PA.

Secondo il calendario della Camera, la data sarebbe già fissata per l’arrivo in aula dell’emendamento libera tutti: lunedì 14 luglio, quando l’ordine del giorno presenta proprio la Conversione del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90. In seguito, se non ci saranno intoppi, la parola fine verrà messa in Senato, con ogni probabilità prima della pausa estiva, dal momento che il decreto è in scadenza il 23 agosto, un periodo in cui, di solito, i nostri rappresentanti preferiscono  di gran lunga il bagnasciuga alle strette poltrone di Montecitorio.

Il presidente della Commissione Bilancio si è detto certo anche dell’esistenza delle coperture per questa specifica frangia di pensionati ancora in servizio. Tutto deciso, dunque? Non proprio. L’ultima parola, ovviamente, spetterà alla maggioranza e, in particolare, al premier Matteo Renzi: se il presidente del Consiglio darà l’ok, allora la strada per la pensione a settembre sarà davvero spianata per tutti i Quota 96.

“L’emendamento per i cosiddetti ‘quota 96’ della scuola è pronto – queste le parole di Boccia – e ha le necessarie coperture. È molto positivo che il sottosegretario Cassano abbia accolto la nostra richiesta di inserirlo nel decreto di riforma della Pa”.

L’intervento completo

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Francesco Maltoni

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