Zero contributi, e quindi più soldi in busta paga, per chi rinuncia alla pensione anticipata flessibile: la famosa Quota 103. E’ questo il maxi-incentivo inserito nel decreto 21 marzo 2023, approdato nella Gazzetta ufficiale del 12 maggio 2023.
Dopo la pubblicazione in Gazzetta, che dato ufficialmente il via al sistema premiale per chi, pur avendo i requisiti di accesso all’anticipo pensionistico, sceglie di continuare a lavorare, ecco ora la circolare Inps (numero 82 del 22 settembre 2023) con tutti i dettagli sull’incentivo economico per chi rinuncia alla pensione anticipata.
In breve tutti i dettagli sul meccanismo di rinuncia e l’azzeramento dei contributi per i lavoratori che non si arrendono alla stanchezza, e decidono di non uscire da lavoro a 62 anni di età e 41 anni di contributi.
Indice
- Pensione Quota 103: nuova procedura di domanda
- Da quando decorre la Pensione Quota 103
- Rinuncia a pensione Quota 103: non si pagano i contributi
- Rinuncia a pensione Quota 103: come funziona il bonus economico
- Bonus rinuncia a Quota 103 al netto del cuneo fiscale
- Rinuncia alla Pensione anticipata: istruzioni Inps
- Chi può rinunciare alla Pensione anticipata con l’incentivo economico
- Rinuncia alla Pensione anticipata: importo incentivo
- Effetto sull’importo pensione
- Come richiedere l’incentivo di rinuncia alla Pensione anticipata
Pensione Quota 103: nuova procedura di domanda
Con un comunicato stampa, l’Inps aveva dato istruzioni sull’avvenuto aggiornamento delle procedure di domanda di pensione anticipata flessibile dei lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria e alle forme sostitutive ed esclusive gestite dall’INPS nonché alla Gestione separata.
Ricordiamo che ci sono 3 modalità con cui inoltrare le istanze di adesione alla pensione anticipata flessibile, o Pensione quota 103:
- direttamente dal sito internet www.inps.it, accedendo tramite SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) almeno di Livello 2, CNS (Carta Nazionale dei Servizi) o CIE (Carta di identità elettronica 3.0);
- utilizzando i servizi offerti dagli Istituti di Patronato;
- chiamando il Contact Center Integrato al numero verde 803164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06164164 (da rete mobile a pagamento in base alla tariffa applicata dai diversi gestori).
Per approfondire il tema dei contenziosi con l’Inps in merito a contributi non versati e tutti gli altri aspetti dei rapporti tra il lavoratore e l’ente di previdenza, consigliamo il libro “Il contenzioso contributivo con l’Inps”.
Da quando decorre la Pensione Quota 103
Il diritto alla pensione anticipata flessibile, maturato nel corso del 2023, permette di accedere alla Quota 103 l’accesso alla pensione in qualsiasi
momento successivo all’apertura della cosiddetta finestra. Dopo l’apertura di questa, l’accesso alla pensione è consentito:
- dopo 3 mesi dalla maturazione dei requisiti, per i lavoratori dipendenti da datori di lavoro privati e per quelli autonomi. La decorrenza della pensione non può comunque essere precedente al 1° aprile 2023;
- dopo 6 mesi dalla maturazione dei requisiti, per i lavoratori dipendenti della pubblica amministrazione. In questo caso, la decorrenza della pensione non può comunque essere anteriore al 1° agosto 2023;
- dal 1° novembre e dal 1° settembre dell’anno di raggiungimento dei requisiti, per il personale AFAM e per quello scolastico.
Rinuncia a pensione Quota 103: non si pagano i contributi
Detto questo, torniamo al punto di partenza e diciamo subito che andare in pensione anticipata con Quota 103 (quindi al raggiungimento di 62 ani di età e 41 di contributi) non è un obbligo, ma una possibilità. Un’opportunità a cui si può rinunciare, restando a lavorare e beneficiando anche di un incentivo.
Questo è stato deciso dal governo con la Legge di bilancio 2023 e il successivo decreto 21 marzo 2023 (approdato ora in Gazzetta ufficiale). In sostanza, si vuole premiare il lavoratore che, pur avendo maturato tutti i requisiti, decide di continuare a lavorare per il tempo che lo separa dalla pensione ordinaria. E per ogni anno di questo tempo beneficiare di un bonus economico: si era parlato tempo da di bonus Maroni.
Il provvedimento adottato azzera di fatto le trattenute contributive per il lavoratore stakanovista che continua a lavorare. Vediamo i dettagli.
Rinuncia a pensione Quota 103: come funziona il bonus economico
Come specificato chiaramente dall’articolo 1 del Decreto 21 marzo 2023:
“I lavoratori dipendenti (…), che abbiano maturato i requisiti minimi previsti per l’accesso al trattamento di pensione anticipata flessibile (…) possono rinunciare all’accredito contributivo della quota dei contributi a proprio carico relativi all’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidita’, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori dipendenti e alle forme sostitutive ed esclusive della medesima”.
E poi ancora:
“A seguito dell’esercizio della facoltà di rinuncia viene meno ogni obbligo di versamento contributivo da parte del datore di lavoro della quota a carico del lavoratore a partire dalla prima decorrenza utile per il trattamento di pensione anticipata flessibile”.
Tradotto in soldoni: chi ha raggiunto i requisiti per accedere alla pensione anticipata con Quota 103 può anche rinunciare a farlo e continuare a lavorare. Questo comporta un notevole vantaggio per il dipendente, perché la quota dei versamenti contributivi mensili a suo carico viene azzerata in toto. In sostanza il lavoratore non pagherà i contributi dovuti per la sua parte, e questa quota si trasforma in un credito, aumentando di fatto lo stipendio
Come sottolineato del decreto infatti, l’importo dei contributi non versati è interamente corrisposte al lavoratore. Le somme corrisposte a tale titolo al lavoratore sono imponibili ai fini fiscali ma non ai fini contributivi. Tradotto: busta paga più alta.
Bonus rinuncia a Quota 103 al netto del cuneo fiscale
C’è un però. Il decreto del 21 marzo stabilisce che l’incentivo economico, pari su circa il 9,19% della retribuzione, ma deve essere ridotto del cuneo fiscale, che da luglio sarà del 7-6% per lavoratori fino a 25 mila e 35 mila euro.
Di fatto quindi l’azzeramento dei contributi (e quindi il versamento della quota contributiva che sarà fatta in busta paga al lavoratore) non sarà più del 9,19%, ma del 9,19% meno la percentuale di cuneo.
Si legge infatti questo al comma 8 dell’articolo 1 del decreto:
“In caso di riconoscimento di fiscalizzazione dei contributi, l’incentivo è erogato al netto della parte di contributi a carico del lavoratore oggetto di esonero. Tale componente continua ad essere riconosciuta, qualora previsto dalla normativa vigente, ai fini del computo delle prestazioni pensionistiche”.
Libro utile sul tema
Il contenzioso contributivo con l’INPS
Questo volume, con un taglio giuridicamente rigoroso ma al tempo stesso pratico (attraverso la proposta di modelli di ricorsi), si presenta come un valido strumento per i professionisti (consulenti del lavoro, avvocati, commercialisti) che assistono le società o i lavoratori autonomi sia in una fase propedeutica sia nel predisporre e implementare una valida strategia difensiva (preventiva, in sede amministrativa o giudiziaria) nei confronti dell’INPS. La prima parte dell’opera guida il professionista all’interno dell’inquadramento della materia a livello normativo, nella suddivisione tra le varie gestioni (lavoro a tempo determinato, apprendistato, lavoro intermittente, lavoro marittimo e ex IPSEMA, giornalistico, di appalto, le prestazioni occasionali e il lavoro autonomo) e nell’analisi di vari istituti come le ispezioni, l’accesso agli atti e gli strumenti alternativi al contenzioso. Vengono affrontate le sanzioni che l’INPS può irrogare, il sistema di riscossione e le possibili tutele. Infine nella parte generale vengono illustrati i meccanismi di formazione del DURC, le differenze e gli strumenti di tutela sia contro il DURC esterno, che contro quello interno, fino ad arrivare al DURC negativo e la perdita delle agevolazioni contributive. La parte speciale esamina le fattispecie significative delle gestioni più rilevanti dell’INPS: AGO, Gestione Agricola, Gestione Artigiani e Commercianti (esaminando fattispecie come i familiari coadiutori, la doppia iscrizione dell’amministratore di SRL, i soci lavoratori, la cancellazione del liquidatore di società, l’artigiano di fatto, i gestori di case vacanza e b&b). Vengono approfondite le questioni di maggior rilevanza della Gestione Separata: gli iscritti alle professioni ordinistiche, la decorrenza della prescrizione, il limite reddituale di euro 5.000, i pensionati, gli sportivi non iscritti alle Gestioni ex ENPALS. L’ultimo capitolo, infine, esamina le Gestioni ex ENPALS, fornendo un inquadramento di queste particolari gestioni e, poi, specificando le questioni relative agli artisti dello spettacolo, alla cessione del diritto all’immagine e all’obbligo previdenziale degli autori delle opere letterarie o di altro genere. Il volume è arricchito da un utile corredo di materiale tecnico-operativo disponibile online. Questa seconda edizione è stata aggiornata con la giurisprudenza e la prassi pubblicata negli ultimi due anni e anche recentemente dall’INPS. Paolo Maria GangiLL.M., Avvocato iscritto all’Ordine degli Avvocati di Roma; esplica la propria attività professionale prevalentemente per le PMI italiane in materia di contenzioso previdenziale, contrattualistica nazionale e internazionale, privacy e compliance in genere. Ha pubblicato diversi articoli in ambito giuridico.Giuseppe Miceliha conseguito l’abilitazione alla professione di Avvocato nel 2008, presso la Corte d’Appello di Roma. Svolge attività di docenza presso Università e business School. È Curatore editoriale e Autore di numerosi volumi e saggi in materia di Antiriciclaggio e Privacy. Roberto Sarraha svolto la pratica forense presso l’Avvocatura Generale dello Stato ed è iscritto all’Ordine degli Avvocati di Roma, con abilitazione al patrocinio davanti le Giurisdizioni Superiori. Esplica la propria attività professionale prevalentemente nell’ambito del diritto del lavoro. Svolge attività di docenza presso Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica e LUMSA Università Libera Università Maria Santissima Assunta.
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Rinuncia alla Pensione anticipata: istruzioni Inps
La facoltà di rinuncia all’accredito contributivo della quota IVS a carico del lavoratore dipendente è retroattiva e revocabile. Può essere esercitata dal lavoratore dipendente una sola volta nel corso della vita lavorativa, e non può essere esercitata dopo il conseguimento di una pensione diretta (fatta eccezione per l’assegno ordinario di invalidità) oppure dopo la maturazione del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia.
In caso di revoca, gli effetti decorrono dal primo giorno del mese di paga successivo alla data in cui la stessa è esercitata.
Chi può rinunciare alla Pensione anticipata con l’incentivo economico
Come da istruzioni Inps, possono accedere all’incentivo tutti i lavoratori dipendenti pubblici e privati, a prescindere dalla circostanza che i datori di lavoro titolari del rapporto assumano o meno la natura di imprenditore.
Tutti i lavoratori dipendenti che devono trovarsi in tutte queste condizioni:
- siano iscritti, alla data di esercizio della facoltà di rinuncia, all’assicurazione generale obbligatoria o alle forme sostitutive ed esclusive della medesima;
- maturino i requisiti per l’accesso al trattamento di pensione anticipata flessibile di cui all’articolo 14.1 del decreto-legge n. 4/2019;
- non siano titolari di pensione diretta, a eccezione dell’assegno ordinario di invalidità di cui alla legge n. 222/1984, a carico, anche pro quota, delle gestioni previste dall’articolo 14.1 del decreto-legge n. 4/2019;
- manchi il perfezionamento del requisito anagrafico per il diritto alla pensione di vecchiaia ai sensi dell’articolo 24, comma 6, del decreto-legge n. 201/2011 nel caso di contribuzione accreditata in due o più gestioni previdenziali, o dell’età anagrafica inferiore richiesta per la pensione di vecchiaia ai sensi di disposizioni di legge più favorevoli, nelle ipotesi in cui sia presente contribuzione in un’unica gestione.
Rinuncia alla Pensione anticipata: importo incentivo
L’incentivo si traduce in un abbattimento totale della contribuzione IVS dovuta dal lavoratore e l’importo dei contributi non versati viene interamente corrisposto al lavoratore, dal datore di lavoro, con la retribuzione.
Effetto sull’importo pensione
Ai fini pensionistici, i periodi durante i quali il lavoratore usufruisce del beneficio in esame comportano una riduzione dell’aliquota di finanziamento e di computo e non incidono sulla retribuzione pensionabile.
Come richiedere l’incentivo di rinuncia alla Pensione anticipata
Il lavoratore che vuole avvalersi dell’incentivo al posticipo del pensionamento deve darne comunicazione all’INPS, che provvede alla verifica dei requisiti di spettanza dell’incentivo.
Dopo avere ricevuto la domanda di riconoscimento dell’incentivo al posticipo del pensionamento, l’Istituto verifica il raggiungimento da parte del lavoratore dei requisiti minimi pensionistici per l’accesso al trattamento di pensione anticipata flessibile e, entro trenta giorni dalla presentazione della relativa richiesta o dalla data di acquisizione della eventuale documentazione integrativa necessaria, comunica al lavoratore l’esito della domanda e al datore di lavoro, mediante il servizio “Comunicazione bidirezionale”, l’accoglimento della stessa.
Solo all’esito dell’avvenuta comunicazione da parte dell’Istituto al datore di lavoro, lo stesso procederà con gli adempimenti a proprio carico, ossia a non effettuare il versamento della quota di contribuzione a carico del lavoratore.
le richieste di posticipo del pensionamento possono essere presentate online attraverso il servizio “Verifica del requisito per l’accesso all’incentivo al posticipo del pensionamento (legge di bilancio 2023)”, disponibile all’interno dell’area tematica “Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, Certificazioni, APE Sociale e Beneficio precoci”.