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Si tratta del piano, ora sul tavolo del Governo, pensato per consentire a chi è prossimo alla pensione di uscire prima dal mondo del lavoro.
PENSIONE ANTICIPATA: ECCO IL PIANO DEL GOVERNO
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Dettagli chiarificatori sul piano arriveranno nel position paper sulle pensioni al quale l’Esecutivo sta lavorando e che sarà pronto per maggio. Sarà un vero e proprio approfondimento sulle pensioni e sulle misure di flessibilità, che dovrebbe essere utilizzato come punto di partenza per l’intervento normativo sulla previdenza che verrà inserito nella legge di Stabilità 2017.
NUOVA FLESSIBILITÀ IN USCITA: PER QUALI CATEGORIE?
Il sottosegretario di Palazzo Chigi, Tommaso Nannicini, rilasciando un’intervista al Messaggero ha precisato che sono previste 3 categorie.
1) “La prima è quelle delle persone che hanno una preferenza ad andare in pensione prima, ad esempio la nonna dipendente pubblica che vuole accudire i nipotini”;
2) “la seconda è quella di chi ha necessità ad andare in pensione anticipatamente, in quanto ha perso il lavoro e non ha ancora i requisiti d’uscita”;
3) “la terza sono i lavoratori che l’azienda vuole mandare in pensione prima per ristrutturare l’organico aziendale. Ebbene, si potrebbe provare a creare un mercato di anticipi pensionistici, che oggi non c’è, coinvolgendo Governo, INPS, banche e assicurazioni”, ha illustrato Nannicini.
In tal modo, per quanto riguarda la prima categoria contemplata, la nonna riuscirebbe ad uscirebbe prima dal mondo del lavoro (si pensa al massimo a 3 anni di anticipo sui requisiti) con una penalizzazione un po’ più pesante. Si tratterebbe, dunque, di un anticipo che, con larga probabilità, verrebbe finanziato dalle banche, a loro volta rimborsate dall’INPS quando scatta la pensione.
Circa invece la seconda categoria, la penalizzazione prevista per il disoccupato verrà pagata per lo più dallo Stato.
Nel terzo caso, infine, quello che riguarda i prepensionamenti, Nannicini ha chiarito che saranno “le aziende a coprire una parte dei costi dell’anticipo, con un’assicurazione a garanzia del rischio morte pagato dallo Stato”.
PENSIONE ANTICIPATA: QUALI PENALIZZAZIONI CI SARANNO?
Si tratta di un piano che potrebbe implicare una gradualità nella penalizzazione al fine di prendere in considerazione i redditi bassi, i lavori usuranti e i disoccupati. Attualmente, tuttavia, rimane soltanto “una delle ipotesi allo studio, ma potrebbe essere quella che fa quadrare il cerchio tra la forte richiesta di flessibilità e la sostenibilità della finanza pubblica”, ha ribadito lo stesso sottosegretario.
Anche il viceministro dell’Economia, Enrico Zanetti, vede con positività la proposta “l’unica praticabile – ha commentato – se vogliamo dare risposte doverose al Paese, senza dunque pregiudicare il piano di riduzione delle tasse su lavoro e imprese per consolidare la crescita”.
Il prestito pensionistico, in questo modo, diventerebbe lo strumento ideale per riuscire a mettere insieme tutti: quelli vicini alla pensione che vogliono l’uscita anticipata e i giovani alle prese con una prospettiva pensionistica alquanto demoralizzante.
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Ha espresso soddisfazione anche Cesare Damiano, presidente PD della Commissione Lavoro della Camera, precisando tuttavia di non essere “favorevole all’idea di un prestito anticipato da banche e assicurazioni, perché l’ente erogatore deve restare l’INPS. Se l’Istituto di previdenza possa fare o meno accordi con il mondo del credito, questo è un tema da elaborare tutti insieme, Governo e Parlamento”.
“Non mi chiudo ad altre ipotesi – ha concluso Damiano – anzi rilancio proponendo un pacchetto sulle pensioni che affronti anche il tema delle ricongiunzioni onerose, l’Ottava salvaguardia degli esodati (LEGGI ANCHE: Ottava Salvaguardia in arrivo? Ecco quando e per chi), i lavori usuranti, il monitoraggio dell’Opzione donna. E la questione dell’aspettativa di vita che va corretta, nel calcolo delle pensioni, se c’è interruzione nella crescita dell’età delle persone”.
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