Bisogna riferirsi al Bollettino delle Entrate tributarie che viene emesso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, aggiornato ad aprile di quest’anno, che registra una variazione positiva del Preu pari al 16,8% ed uno “scostamento” negativo del 5,7% per i proventi delle attività di gioco. Ma l’assessore alla Salute e Politiche sociali della Provincia di Trento, autore della “distribuzione” di questi dati, asserisce che queste variazioni sono poco attendibili sia perché riferite ad un periodo troppo breve, sia perché i dati che il bollettino comunica sono al lordo delle vincite.
Per continuare con dati “nudi e crudi” che si riferiscono al gioco, ecco i costi sostenuti dalla Provincia per la prevenzione del gioco patologico e per il suo contrasto: nello scorso anno sono stati impegnati 213.632 euro di cui 41.500 per il rinnovo della convenzione con l’associazione Auto Mutuo Aiuto per il 2016, 46.400 per la stipula della convenzione con l’Università degli Studi di Trento per attività che si articoleranno per nell’anno 2017. Esiste anche un protocollo di contrasto al gioco patologico per formare le Forze dell’Ordine ed informare i cittadini sul fenomeno del gioco d’azzardo.
In aggiunta alle cifre elencate, si segnala una quota consistente garantita per le attività di educazione “alla salute rivolte alla promozione delle abilità di vita utili a prevenire la caduta in dipendenza”, mentre una percentuale rilevante, quasi il 24%, viene impegnata nelle attività di trattamento di pazienti coinvolti nella dipendenza del gioco d’azzardo. La previsione per il 2017 per quanto riguarda gli interventi relativi al gioco potrebbe assestarsi attorno ai 250mila euro circa.
L’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento ha avviato nel 2016 una collaborazione con il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università degli Studi per rafforzare proprio l’ambito della prevenzione e della sensibilizzazione attraverso un piano di ricerca e di formazione che si è concretizzato nell’anno corrente con una indagine che sta coinvolgendo proprio in queste settimane gli esercizi che “ospitano” le apparecchiature da intrattenimento.
Il piano di ricerca si è articolato in due filoni: 1) conoscere la percezione degli esercenti circa il gioco d’azzardo e la normativa che lo regola. 2) Venire a conoscenza a mezzo dell’analisi delle cartelle cliniche dei giocatori che sono stati ricevuti presso i Servizi sanitari i fattori che si correlano principalmente alla caduta nella dipendenza del gioco d’azzardo.
Nella Provincia di Trento è attiva una convenzione con Ama, stipulata nel 2012, e rinnovata anche per l’anno corrente, orientata alla realizzazione di iniziative di informazione e sensibilizzazione sui problemi che derivano dall’abuso del gioco d’azzardo. Per ultimo, si vuole anche dire due parole sul numero “di malati di Gap”: nel corso del 2016 i pazienti a carico al SerD sono stati 99, nel 2007 erano solo 4. L’aumento di questi pazienti è cresciuto esponenzialmente in questi ultimi anni per assestarsi intorno alle 100 unità.
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