Il processo per frode fiscale sui diritti televisivi acquistati da Mediaset è andato a sentenza dopo sei anni. La storia risale agli anni 1994 – 1998, durante i quali, secondo i pm Fabio De Pasquale e Sergio Spataro, Mediaset avrebbe cominciato ad acquistare diritti televisivi dalla Paramount a prezzo gonfiato. Si sarebbero così creati fondi neri pari a circa 368 milioni di dollari, depositati in parte in conti svizzeri. Secondo De Pasquale su tutta la vicenda ci sarebbero le “impronte digitali” di Silvio Berlusconi, in quanto i conti svizzeri e le società off-shore maltesi, incaricate delle trattative di acquisto, sarebbero riconducibili a lui.
Le modalità attraverso cui si sarebbe svolta la frode fiscale sono abbastanza complesse. Le società off-shore che fanno parte del cosiddetto “Gruppo B Fininvest” – riconducibile direttamente alla famiglia Berlusconi – avrebbero acquistato circa tremila titoli televisivi effettuando, per ogni titolo, quattro passaggi commerciali, per arrivare ad una maggiorazione dei costi dei diritti televisivi.
Tra gli altri imputati nella vicenda spiccano Fedele Confalonieri, che è stato assolto, e Frank Agrama, intermediario nell’acquisto dei diritti televisivi, condannato a 3 anni.
La prescrizione, per questa vicenda, scatterà nel 2014, per cui ci sono due anni di tempo per arrivare ad una sentenza di secondo grado.
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